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esposizione universale tour eiffel

Esposizione universale: storia, caratteristiche, date e luoghi

Joshua De Loa

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Esposizione universale: storia, caratteristiche, date e luoghi

  • Introduzione
  • Lo scenario europeo
  • Esposizione Universale di Londra del 1851
  • Parigi capitale delle Esposizioni
  • Caratteristiche dell’Expo
  • Primo Novecento
  • La prima e la seconda fase delle Esposizioni BIE
  • La terza fase delle Esposizioni BIE
  • Expo di Milano del 2015
  • Ascolta il podcast sull'esposizione universale
  • Concetti chiave

1 Introduzione

Le Esposizioni universali , oppure Esposizioni internazionali, sono l’ insieme di mostre di carattere scientifico-culturali e di fiere commerciali , solitamente allestite nelle principali città del mondo , attualmente organizzate e supervisionate dal Bureau International des Expositions  ( BIE ). 

Queste manifestazioni ebbero un ruolo rilevante soprattutto durante la seconda metà dell’ Ottocento perché vetrine dell’ evoluzione scientifica , tecnologica e culturale , nonché l’ opportunità per le nazioni ospitanti di esibirsi e mostrare le proprie peculiarità . 

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2 Contesto storico

2.1 lo scenario europeo.

All’altezza della metà del XIX secolo, la pace stabilita dal Congresso di Vienna nel 1815 fu messa in discussione . 

Le questioni sociali e le spinte nazionalistiche causarono numerosi conflitti armati diffusi in tutta Europa : ad esempio i moti rivoluzionari del ’48 , l’ instabilità politica francese e le guerre di unificazione della Germania e dell’ Italia . 

Inoltre, gli anni centrali dell’ Ottocento furono, da una parte, il punto di arrivo della Prima rivoluzione industriale , la supremazia dell’ impero britannico nonché l’ affermazione della borghesia liberale e capitalista ; dall’altra, l’ inizio del periodo germinale che sboccerà poi con la Belle Époque .

Nel un contesto complesso in cui versava l’ Europa in questi anni, da un lato, tormentata da ostilità e da scontri e, dall’altro, lanciata verso il progresso e la modernità , l’ Impero inglese assicurava stabilità politica e crescita economica , con Londra baricentro mondiale .

  • Tutto Storia: schemi riassuntivi e quadri di approfondimento Per conoscere e ricordare i concetti, gli eventi e i principali avvenimenti della storia dalle origini a oggi.

2.2 Esposizione Universale di Londra del 1851

Contraddistinto da ideali liberali e progressisti , il principe consorte Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha (1819-1861), marito della regina Vittoria d’Inghilterra (1819- 1901), fu il principale promotore , assieme alla Royal Society of Arts , della Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations , la prima Esposizione universale tenutasi a Londra nel 1851 . 

Gli intenti del principe Alberto erano:

  • mostrare le eccellenze artistiche , scientifiche e tecnologiche inglesi , nonché i manufatti coloniali , quindi anche la potenza politica e industriale dell’Inghilterra a tutti quanti;
  • mettere a confronto pacificamente le eccellenze di ogni paese del mondo , ciascuno col proprio padiglione , e sviluppare dei rapporti di scambio sulle innovazioni tecniche e scoperte scientifiche .

3 Esposizioni universali del XIX secolo

3.1 parigi capitale delle esposizioni.

L’ egemonia politica passava anche per le Esposizioni universali . Mentre l’ Inghilterra perdeva centralità durante la seconda metà dell’ Ottocento , la Francia era pronta a succedergli : ciò lo si vide con il numero di edizioni delle Expo che Parigi ospitò : ben cinque (1855, 1867, 1878, 1889 e 1900) contro le due londinesi (1851 e 1862).

Tra le tante Esposizioni che Parigi ospitò, sicuramente quella del 1889  è la più importante : essendo stata organizzata come celebrazione  del centenario della Rivoluzione Francese , nel pieno della sua Belle Époque , la Francia sfoggiò le sue eccellenze  artistiche, architettoniche, scientifiche e tecnologiche .

L’ Expo parigina del 1889 è ricordata fondamentalmente perché è stata l’Esposizione universale della Tour Eiffel  (1887-1889).

Costruita grazie al contributo  dell’ingegnere francese Gustave Eiffel  (1832-1923), la Torre fu soggetta a tanti apprezzamenti quanto le critiche : se all’inizio doveva essere un edificio effimero, alla fine si decise di lasciarlo, diventando così il simbolo di Parigi e della Francia .

3.2 Caratteristiche dell’Expo

Durante l’Ottocento si organizzarono altre Expo sia in Europa  che in altri continenti : incentrati su dei temi specifici , questi eventi attiravano moltissimi visitatori da tutto il mondo , anche grazie agli aspetti spettacolari e ricreativi che offrivano, quali mostre d’ arte , manifestazioni sportive , esibizioni musicali e dimostrazioni tecnologiche , il tutto contornato da costruzioni avveniristiche . 

Se in un primo momento le Esposizioni universali avevano come intento quello di un amichevole confronto e collaborazione tra gli stati , successivamente si sviluppò una forte competizione , che poi si incanalò nelle Olimpiadi moderne , in cui i Paesi facevano gareggiare le proprie eccellenze e innovazioni nazionali .

La struttura organizzativa delle Esposizioni, basata su un sistema di classificazione per aree e prodotti, di graduatorie e di premi, offriva , da un lato, uno sguardo comparativo sui settori produttivi e sulle economie nazionali e, dall’altro, un raffronto tra arti , culture , idee e mode : in sintesi, un confronto tra civiltà .

4 Esposizioni del XX secolo

4.1 primo novecento.

Rispetto a tutte le altre grandi nazioni europee, la partecipazione italiana alle Esposizioni universali era carente : bisogna ricordare che solo nel 1861 ci fu l’ unità d’Italia e la sua industria in quel periodo era arretrata . 

Per tutto l’ Ottocento l’ Italia non ospitò alcuna Expo : bisogna attendere quella di Milano del 1906  e di Torino del 1911 . 

Nel 1928 fu istituito il Bureau International des Expositions , con la sigla BIE , ente organizzatore ufficiale delle Esposizioni universali . Tuttavia, non ci fu modo di allestirne molte nella prima metà del Novecento a causa della Prima e della Seconda guerra mondiale .

4.2 La prima e la seconda fase delle Esposizioni BIE

Nella Convenzione del 1928 , entrata però in vigore solo dal 1931 fino al 1980 , la BIE stabilì due tipi di Esposizioni :

  • Esposizione Generale , suddivisa in 1ª categoria  e 2ª categoria ;
  • Esposizione Speciale .

Durante questo periodo si ricordano le Esposizioni più importanti , tutte quante 2ª categoria : Parigi del 1937 , Liegi del 1939 , New York del 1939  e Seattle del 1962 .

La BIE introdusse nel 1972 un nuovo protocollo ( in vigore dal 1980 al 1996 ), nel quale determinava l’esistenza di due categorie di fiere, l’ Esposizione Universale  o Generale e l’ Esposizione Specializzata  o Internazionale.

L’ Esposizione Universale era quella che mostrava gli sviluppi e i progressi compiuti o da compiere in uno o più settori dell’ attività umana , come l’edizione di Siviglia del 1992 . Mentre l’ Esposizione Specializzata verteva su una sola branca della scienza , ad esempio le tante Expo a Plovdiv .

5 Expo del XXI secolo

5.1 la terza fase delle esposizioni bie.

L' ultima fase della BIE , dal 1996 ad oggi , è regolata dal protocollo del 1988 con nuove direttive , tra cui la classificazione delle Esposizioni in International Registered Exhibition , o World Expo , e in International Recognised Exhibition , o Specialised Expo .

La BIE tramite le Expo ha come obiettivo , come quello del principe Alberto, il consolidamento delle relazioni internazionali . 

In un mondo globalizzato è importante lavorare su un fecondo scambio culturale , di esperienze e di conoscenze tra i Paesi : un momento di multilateralismo che corrobora alla cooperazione e alla pace . 

Alle Esposizioni della BIE sono invitati a partecipare anche i Paesi non membri , nonché le organizzazioni internazionali : infatti, sono frequentemente presenti enti come la Croce Rossa , le Nazioni Unite e l’ Unione Europea .

Mentre la candidatura come paese ospitante di un’ Expo registrato BIE la possono presentare tutte le Nazioni a patto che rispettino determinati criteri .

5.2 Expo di Milano del 2015

L’ Expo 2015 , nota come l’ Esposizione universale Milano 2015, Italia , si tenne nell’attuale zona Fiera di Milano, registrando circa 20 milioni di visitatori . 

Il tema Nutrire il pianeta, energia per la vita comprendeva la cultura , l’ innovazione , le questioni , le tecnologie e le tradizioni legati all’ alimentazione e al cibo . 

Monumento simbolo dell’ Expo 2015 di Milano è l’ Albero della Vita , il padiglione italiano . Dall’idea di Marco Balich  (1962) e progettata dallo studio Giò Forma , l’ Albero è tuttora nella sua collocazione originaria e nella zona attorno ad esso si è sviluppato il parco polifunzionale MIND .

6 Ascolta il podcast sull'esposizione universale

Torre Eiffel ed Esposizione Universale del 1889

esposizione universale tour eiffel

La Tour Eiffel

È senza dubbio la première dame di Francia, ma non abita in un palazzo principesco. Le rive della Senna sono il suo regno e sul manto verde dei jardins du Trocadéro, dal 1889, tutto il territorio le rende omaggio. Hai indovinato: stiamo parlando della Tour Eiffel, simbolo della Francia ed emblema di Parigi.

300 metri d’altezza per la Dama di Ferro

Appena i tuoi occhi si posano su la Belle Girafe en dentelle - come amava descriverla il poeta Jean Cocteau – rimarrai a bocca aperta. La torre si innalza ai tuoi piedi, come un invito a scalarla, ad ammirarla dall’interno, sotto le arcate di ferro. Contemplare Parigi da 300 metri di altezza della Tour Eiffel è un’emozione da togliere il fiato, un traguardo che si guadagna gradino dopo gradino: 1.665 per i più atletici o l’ascensore per gli amanti delle scalate vertiginose. Tre piani da dove poter abbracciare Parigi e il suo magnifico orizzonte.

Le Jules Verne, il ristorante della Tour Eiffel

La felicità assoluta? Dichiarare il tuo amore con la capitale del romanticismo che fa da testimone. O ancora, un pasto tête-à-tête al ristorante Le Jules Verne (Link esterno) per indimenticabili momenti gastronomici a 125 m di altezza,m al secondo piano della Dame de Fer. Ancora una piccola salkita ed eccoti arrivato all’ultimo piano, il terzo. Sarai tra le nuvole a 276 m dal suolo per approfittare di una vista a 360° su Parigi. È già arrivato il momento di tornare a terra? Puoi anche prolungare questi magici momenti raggiungendo il primo piano per vivere ancora forti emozioni: pavimenti di vetro per vertigini garantite a 57 m da terra… e un indimenticabile regalo nelle boutique della Tour Eiffel.

Da inutile e mostruosa a emblema di Parigi

E dire che questi momenti magici avrebbero potuto non accadere mai! La Tour Eiffel è stata oggetto di grande dibattito prima dell’Esposizione Universale che si tenne a Parigi nel 1889. L’opposizione alla costruzione della Dame de Fer fu così forte che Gustave Eiffel dovette difendere il suo progetto con le unghie e con i denti. Alle accuse di essere “inutile” e “mostruosa”, pronunciate da un insieme di artisti, il su ideatore rispose che questa torre era un “riassunto della scienza contemporanea eretto alla gloria di Parigi”. Da allora, le critiche cessarono. Dopo 2 anni, 2 mesi e 5 giorni di lavori, Eiffel offrì questa vetrina del savoir-faire francese che ancora oggi sfida le leggi della fisica, imponendosi di fronte agli assalti dei venti. Incrollabile, la Tour Eiffel negli anni ’20 diventò simbolo di modernità e avanguardia tecnologica.

Il fascino eterno della Dame de Fer

Su Champ-de-Mars, quando arriva la sera, si riscopre la sua anima infantile quando la Bella rindossa i suoi abiti di luce! A volte, in occasione di grandi eventi, gioca anche con il fuoco, come durante la festa nazionale del 14 luglio. Fatto straordinario, il monumento più visitato al mondo, non invecchia nemmeno un po’. Alla fine del secolo scorso (1985-1990), la Tour Eiffel ha subito un piccolo ritocchino: nuovi ascensori (4 per pilone), una perdita di peso (1.343 tonnellate) e un’illuminazione degna della sua eleganza per continuare ad affermare la vocazione della città ospitante, Parigi, la Ville Lumière.

Per saperne di più:

  • Organizza la tua visita alla Tour Eiffel (Link esterno)
  • Organizza il tuo soggiorno a Parigi (Link esterno)
  • I primi 130 anni della Tour Eiffel nel 2019: ecco perché visitare la Dame de Fer

Dove si trova la Tour Eiffel a Parigi 

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Memorie - Fatti e persone da ricordare La Torre Eiffel, Esposizione Universale di Parigi, 6 maggio 1889

Exposition universelle

The Eiffel Tower during the 1889 Exposition Universelle

The tenth Exposition Universelle was organised in Paris in 1889, from the 15th May to the 6th November, and it was for this occasion that the Eiffel Tower was built. Stretching over 95 hectares, the Exposition filled the Champ-de-Mars, the Trocadero Hill, and the banks up to the Invalides esplanade, and the Eiffel Tower was at the centre of everyone’s view.

  • Attractions et fêtes au dessus de Paris
  • De nombreux restaurants
  • Une effervescence festive
  • Gustave Eiffel au sommet

Immediate success for the tallest tower in the world

The 1889 Exposition Universelle received millions of visitors. Amongst them, 1,953,122 came to see the Eiffel Tower, in other words almost 12,000 a day! The Tower was met with immediate success.

From the very first week, though the lifts were not yet in service (they would be from the 26th May), almost 30,000 visitors climbed the monument using the staircase, that is to say 1,710 steps to the top !

At the time, the Eiffel Tower was the tallest tower in the world and people from all countries went to the heart of the French Capital to admire this architectural masterpiece.

The public hurried to experience not only the dizzy heights of the ascent, but above all an unprecedented view over Paris, since no one had yet seen the view from an aeroplane.

The Eiffel Tower has attracted among its copious number of celebrity visitors the French actress Sarah Bernhardt, the Prince of Wales (future King Edward VII) and the Princess of Wales, George I of Greece, le Shah of Persia, Prince Baudouin and other, more unexpected guests such as one certain American: he had long hair, a broad hat and tan-coloured chaps. It was William F. Cody, known by the name of Buffalo Bill.

On the 10th July, the President of the French Republic, Sadi Carnot, very satisfied with his visit, offered a sum of 200 Francs to the Eiffel Tower employees and a sum of 100 Francs to the Figaro printing staff!

Visitors during the Exposition Universelle

Attractions and celebrations overlooking Paris

Already festive, the Eiffel Tower lit up every evening with the light of hundreds of gas lamps protected by opal glass cases. A tricolour beacon, housed in the campanile, sent out three signals of blue, white, and red light over Paris (using two mobile projectors mounted on a circular rail at the top). Lastly, the opening and closing of the Exposition were announced every day by a cannon shot fired from the top under the direction of a certain Mr. Chobert, the "harquebusier" of Paris, in his capacity as "qualified associate and medal-holder at the Exposition Universelle".

All sorts of boutiques (sale of souvenirs, photographers’ booths, binocular rental, refreshments) and restaurants opened up on the monument.

Russian restaurant Eiffel Tower

Four restaurants

On the first floor, four restaurants were put in, each built in a different style:

  • The truest Muscovite-style Russian restaurant was one of the wonders of this floor
  • The Anglo-American bar consisted of a large room with a bar in the middle following the British and American trend
  • The French restaurant had a façade reminiscent of a gazebo with a green trellis on a white backdrop. Situated on the platform facing the Ecole Militaire (now free), it consisted of a group of suites and exhibition rooms in the style of Louis XV
  • The Flemish restaurant. It would be transformed into a theatre after the 1889 Exposition, and would become "Dutch" in 1900, becoming a theatre once again after the 1900 Exposition.

Le Figaro

Le Figaro printed on the Tower!

On the second floor, Le Figaro set up a printing works and produced a special edition of the daily newspaper on-site every day. Visitors who bought the newspaper could get their name put in it to "certify" that they had climbed the Tower. The newspaper’s cover illustration showed the Barber of Seville sat astride the Eiffel Tower.

Send your letters by balloon!

An unusual attraction was proposed to the public : send your letters by balloon! In its edition : " Imprimée dans la Tour Eiffel" ("Printed on the Eiffel Tower") on the 29th August, Le Figaro reported: "the Tower’s company is doing its utmost to increase the number of attractions in favour of its clientele. It has just decided to soon put up for sale, on all of the Tower’s floors, small balloons and cheap parachutes arranged in such a way that one can attach a letter to them. The sender’s address will be left blank. We wish the Tower’s parachutes the same success as its postcards! " . Indeed, the Eiffel Tower was to thank for the increasing popularity of the postcard in France , and it was at the request of visitors in 1889 that the Tower's administration put the renowned "Libonis" on sale, named after its famous engraver. The oldest postmark stamped on a postcard showing the Eiffel Tower is the 21st August 1889.

It was in this festive excitement that the first in a long series of achievements was reached on the Tower. On the 9th September, a baker from the Landes climbed the 347 steps that lead up to the first floor on stilts!

Gustave Eiffel au sommet

Gustave Eiffel at the top

At the top of the Eiffel Tower, while the public admired the panoramic views, Gustave Eiffel reserved an office for himself in which he received his guests.

Notably he welcomed Thomas Edison there, who offered him his famous "spectacle" class M type Phonograph. The scene, reconstructed, can be seen at the top of the Tower today.

It was also in this office that, on the 10th September during a lunch, he acknowledged the French composer Charles Gounod, sat at a neighbouring table. Gustave Eiffel asked if he would do him the honour of joining his guests. The lunch over, everyone went up to his apartment set up on the top floor for a coffee. The scene was held in good taste, Gounod having been one of signatories of the Artists’ Petition to protest against the erection of the Eiffel Tower!

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The Eiffel Tower restaurant in 1900

History of the restaurants

For the Universal Exhibition of 1889, four majestic wooden pavilions designed by Stephen Sauvestre decked the platform on the first floor. Each restaurant could seat 500 people.

Eiffel Tower under construction

Origins and Construction of the Eiffel Tower

It was for the 1889 Exposition Universelle , the date that marked the 100th anniversary of the French Revolution, that a great competition was launched in 1886.

Gustave Eiffel

Gustave Eiffel

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Torre Eiffel

Nata dalla mente visionaria dell’architetto Gustave Eiffel in occasione dell’ Esposizione Universale del 1889,  la Tour Eiffel è diventata nel corso dei secoli il simbolo per eccellenza di Parigi e di tutta la Francia.

L’opera richiese un incredibile sforzo lavorativo: 300 operai, 2,5 milioni di cavi e 2 anni di lavoro. Il risultato fu l’edificio più alto del mondo per quel periodo con i suoi 312 metri di altezza , scavalcato solo nel 1930 dal Chrysler Building di New York.

Osteggiata dall’aristocrazia e dall’elite artistica dell’epoca, che l’aveva soprannominata asparago di metallo ,  avrebbe dovuto essere smantellata alla fine dell’Esposizione Universale: a salvarla fu la sua terrazza, considerata strategica per posizionarvi le antenne ricetrasmittenti indispensabili per arricchire e incrementare la neo nata scienza della radiotelegrafia.

Oggi è una delle attrazioni imperdibili di Parigi : dalle sue terrazze è possibile ammirare una vista assolutamente spettacolare della città dall’alto, sia di giorno, con un punto di vista inedito sui quartieri, sia di notte, quando Parigi si trasforma in una visione incantata con le sue luci suggestive.

I piani della Tour Eiffel

I vantaggi di salire a piedi? Sicuramente vi permette di ammirare il monumento dall’interno, osservando da vicino la sua incredibile struttura e soffermandovi con calma sul panorama che cambia prospettiva man mano che si sale in altezza. Ovviamente dovrete mettere in conto tempi di salita più lunga e una discreta fatica (solamente per arrivare al secondo piano vi aspettano 700 gradini): è quindi consigliato specialmente alle persone con una buona condizione fisica.

Primo piano

La prima terrazza della torre si trova a 57 metri di altezza. E’ il punto meno panoramico ma anche il più spazioso: qui, a seconda della stagione, vengono allestite mostre, concerti o addirittura una pista di pattinaggio in occasione del periodo natalizio.

Questo grande spazio è stato completamente rinnovato nel 2011, utilizzando un’architettura trasparente e padiglioni moderni: avrete la magica sensazione puoi camminare a strapiombo su Parigi, grazie allo scenografico pavimento di vetro. 

Al primo piano della torre si concentrano le maggiori attività, che vi faranno vivere un’esperienza a tutto tondo.

  • Lungo il corridoio esterno troverete una serie di schermi touch screen , pannelli informativi e display digitali con i quali potrete approfondire e localizzare facilmente tutte le varie attrazioni della città che si aprono di fronte ai vostri occhi.
  • Nel Padiglione Ferrié ci svolge il CinEiffel, la proiezione di foto e video per scoprire da vicino la storia della Torre Eiffel. Qui troverete anche una sala buffet per un pasto veloce e un negozio di souvenir dove acquistare libri, cartoline, souvenir e t-shirt a tema torre.
  • Potrete ammirare la sezione della scala a chiocciola originale, che un tempo permetteva di proseguire a piedi fino all’ufficio di Gustave Eiffel, in cima alla torre.
  • Il ristorante Madame Brasserie , una elegante brasserie aperta pranzo e cena, offre una vista spettacolare su Montparnasse, Montmartre, Sacré Coeur e Les Invalides, grazie alle sue finestre panoramiche. Lo Chef Alain Soulard propone grandi classici della cucina francese. Prenotazione obbligatoria da effettuare con largo anticipo.
  • Infine il piano mette a disposizione anche un ufficio postale, un’area giochi per bambini e una sala per eventi, la Gustave Eiffel Reception Room .

Secondo piano

Secondo alcuni sarebbe la terrazza che garantisce la vista migliore : ora siete a 125 metri da terra e da qui è possibile ancora distinguere molto chiaramente i dettagli del paesaggio e della città come il Louvre, il Grand Palais, la Senna, Montmartre, Les Invalides, Notre Dame de Paris. Sono state installate piattaforme panoramiche da dove si possono scattare le migliori fotografie dall’alto.

Oltre alle cartine panoramiche, che illustrano i punti nevralgici della città, potrete ammirare l’impressionante pozzo da cui di gode una vista vertiginosa, sconsigliata a chi ha paura del vuoto.

Su questo piano si trova anche il ristorante Le Jules Vernes, dove si propone la cucina raffinata dello chef stellato Frédéric Anton: il locale si apre su un susseguirsi di tre sale che offrono una vista mozzafiato sul Campo di Marte, sul Quai Branly e sul Trocadéro.

Inoltre troverete diversi negozi di souvenir unici di Parigi.

Terzo piano

Dopo la salita in ascensore, vi sentirete letteralmente sul tetto del mondo: la vista è semplicemente impressionante, da un’altezza di 276 metri. Il vostro sguardo abbraccerà tutta la città e nei giorni di cielo terso può arrivare anche a 60 km di distanza.

Molto interessante anche l’ ufficio restaurato di Gustave Eiffel : l’atmosfera del tempo è stata ricreata grazie ad oggetti originali e statue di cera. Infatti è stata ricostruita la figura dell’ingegnere francese insieme a Thomas Edison e la figlia Claire, un incontro avvenuto realmente, durante il quale l’inventore regalò a Eiffel una copia del fonografo, la sua invenzione più importante.

Adiacente allo studio potrete visionare anche un modello in scala della Torre Eiffel del 1889: avrete così modo di osservare da vicino il suo progetto originale, che inizialmente prevedeva una colorazione rosso-marrone.

Infine, per chi desidera provare un’esperienza assolutamente unica, al terzo piano si trova anche il Bar à Champagne , dove potrete degustare un bicchiere di champagne con una vista mozzafiato su Parigi a 276 metri di altitudine.

Biglietti per la Torre Eiffel

La Torre Eiffel è una delle maggiori attrazioni di Parigi ed è presa d’assalto dai turisti in qualsiasi momento dell’anno. Le code alla biglietteria per gli ascensori sono praticamente perenni e potranno farvi perdere anche più di un’ora o addirittura due nei giorni di massima affluenza. L’unico modo per evitarle è quello di acquistare i biglietti on line , selezionando il giorno e l’orario di ingresso.

Il costo dei biglietti dipende dal piano a cui volete salire, al 2° piano o fino alla sommità, e se siete disposti a fare la salita al secondo piano a piedi (circa 700 gradini) o fare tutto in ascensore.

Il biglietto più economico ovviamente è quello che prevede la sola salita al 2° piano a piedi, mentre il più caro quello che prevede tutta la salita in ascensore fino alla sommità.

Biglietto di ingresso

Di seguito la tabella con i costi dei biglietti di ingresso per la Tour Eiffel che potrete acquistare alle biglietterie sul posto o sul sito ufficiale .

Biglietti saltafila con guida

Grazie a questo biglietto potrete saltare le lunghe code e salire direttamente al 2° o al 3° piano insieme a una guida che vi racconterà la storia della Torre e vi mostrerà i punti di riferimento nel panorama sottostante. Inoltre avrete tempo illimitato da trascorrere sulla torre.

Biglietti combinati con la crociera sulla Senna

Dedicati a chi vuole vedere la Tour Eiffel da più punti di vista e allo stesso tempo risparmiare sul costo delle due attività, i biglietti combinati permettono sia di salire sulla Torre Eiffel che di imbarcarsi su una crociera sulla Senna per ammirare la città da una prospettiva diversa.

Consigli per visitare la Tour Eiffel

La visita della Torre Eiffel è un’esperienza unica e ineguagliabile da vivere durante il vostro soggiorno a Parigi, ma si possono adottare alcuni accorgimenti per renderla ancora più speciale.

Per prima cosa, vi consigliamo di controllate sempre le previsioni meteorologiche prima di recarvi alla Tour Eiffel: nei giorni troppo nuvolosi la vista da lassù è pessima, in quanto la cima della torre viene avvolta dalle nuvole mentre quando soffia un vento troppo forte, il terzo livello viene chiuso al pubblico.

Inoltre è opportuno scegliere molto bene l’ orario di visita . La Torre Eiffel è meravigliosa sempre, in qualunque ora del giorno, ma indubbiamente il tramonto regala panorami spettacolari. Salire quindi un paio d’ora prima del calar del sole, vi permetterà di ammirare la città in tutto il suo splendore, riuscendo ancora a distinguere le varie attrazioni della capitale e allo stesso tempo gustarvi i colori romantici del tramonto e l’accensione delle prime luci.

Di sera, infatti, la Torre Eiffel diventa un trionfo di luci regalando un’atmosfera indimenticabile. La struttura viene illuminata dall’interno, dal tramonto all’1 di notte, grazie al lavoro di circa 20.000 lampadine. E’ un vero e proprio spettacolo , perché allo scoccare di ogni ora tutta la sua superficie viene decorata da un rivestimento dorato e scintillante che dura 5 minuti per poi tornare alla versione statica.

Se preferite evitarvi la fatica della salita della torre, potreste valutare di salire in ascensore e scendere a piedi. Le scale offrono la possibilità di ammirare il panorama da angolazioni e altezze diverse, osservando da vicino la possente struttura della torre.

Infine ricordatevi di vestirvi adeguatamente, portando con voi un indumento anti vento , anche in piena estate. Arriverete a raggiungere i 300 metri da terra e in cima incontrerete temperature fresche e un clima spesso ventoso, specialmente durante le ore serali. Inoltre abiti e scarpe comode sono indispensabili se avete programmato di salire e/o scendere a piedi le lunghe scale.

Fotografare la Torre Eiffel

Il luogo migliore per fotografare la Tour Eiffel è sicuramente dalla terrazza del Trocadero . Infatti potrete ammirare la torre in tutta la sua interezza, dandovi la possibilità di scattare fotografie meravigliose giocando con la prospettiva. Anche le scale del Trocadero, posizionate alla destra della piazza, consentono di scattare foto favolose. Sono un punto strategico, poco conosciuto alla maggior parte dei turisti che si ferma sulla terrazza.

Ma esistono altre location perfette per scattare fotografie indimenticabili . Ad esempio i prati verdi dei Campi di Marte , da cui si gode una visuale iconica della Torre Eiffel. Spostandovi a pochi metri, in  Avenue de Suffren , avrete una visuale analoga, ma consigliata specialmente di sera, quando la torre si illumina e scintilla allo scoccare di ogni ora.

Anche il lungo Senna e le sue banchine , sulla rive droite di Parigi, è un posto romantico e suggestivo per scattare: la torre si staglia proprio di fronte a voi, incorniciata dalla Senna e dalle barche.

Spesso immortalato dalle pubblicità, questo angolo insolito di Parigi regala una vista incredibile: la Tour Eiffel che sbuca in mezzo ai palazzi eleganti della Square Rapp . Analoga prospettiva ed effetto, lo si ottiene fotografando la torre dalla Brasserie Au Canon. 

Infine, la terrazza Montparnasse, sebbene da lontano, regala una vista strepitosa di Parigi e della Torre Eiffel dall’alto, adatta se cercate fotografie panoramiche.

La storia della Tour Eiffel

La Torre Eiffel venne progettata come attrazione temporanea in occasione dell’ Esposizione Universale del 1889 e da allora è diventata il simbolo di Parigi.

A differenza di quello che comunemente si pensa, l’ingegnere Gustave Eiffel non fu l’inventore della torre omonima, ma semplicemente il suo finanziatore. Esperto nel campo delle costruzioni in metallo, e in particolare nella realizzazione di ponti, Eiffel aveva già partecipato alla creazione dell’armatura interna della statua della libertà.

A concepire questa opera monumentale furono invece due ingegneri della sua impresa, Emile Nouguier e Maurice Koechlin che nel 1884 crearono il progetto di una torre alta quasi 300 metri, utilizzando come modello i piloni dei ponti cui lavoravano quotidianamente. La torre era formata da un grande pilone a base quadrata, che svettava verso l’alto grazie a quattro travi a traliccio che si riunivano in cima, tenuti insieme da tre travi orizzontali. Per addolcire la struttura e renderla più sinuosa ed elegante, venne poi ingaggiato l’architetto Stephen Sauvestre che trasformò le travi orizzontali in piani e aggiunse quattro archi alla base.

Sebbene la torre dovesse essere solamente temporanea e avesse incontrato moltissime critiche a livello estetico dal panorama culturale parigino, definita spesso scheletro sgraziato , la struttura non venne demolita e l’ingegnere Eiffel la utilizzò per scopi di ricerca e sperimentazione, come stazione per osservazioni metereologiche, esperimenti sulla resistenza dell’aria e come mastodontica antenna radiofonica.

In piedi da ben 130 anni, oggi la Tour Eiffel è uno dei monumenti più visitati e ammirati di Parigi, che stupisce anche i turisti più scettici con la sua elegante sinuosità.

Come raggiungere la Torre Eiffel

La Torre Eiffel è una delle principali attrazioni di Parigi e si trova nel VII arrondissement. E’ facilmente raggiungibile con diversi mezzi, in base alle vostre esigenze.

  • Metropolitana : Linea 9 fermata École Militaire, linea 8 fermata Bir-Hakeim, linea 6 fermata Bir-Hakeim
  • In RER utilizzando la Linea C, scendendo alla stazione Champ de Mars – Tour Eiffel
  • In autobus : linee 82, 42, 69, 87, 72
  • In Batobus , scendendo a Port de la Bourdonnais: vi porterà proprio ai piedi della Tour Eiffel di fronte ai giardini Trocadéro.
  • In taxi : nei pressi della Torre Eiffel ci sono due stazioni dei Taxi, in quai Branly e Pilier Ouest.

Dove dormire con vista sulla Torre Eiffel

La Torre Eiffel è l’emblema assoluto di Parigi e nell’immaginario collettivo è sinonimo di romanticismo e atmosfera. Cosa c’è di più affascinante di dormire con vista sulla Tour Eiffel? Ovviamente, come potrete immaginare, la zona intorno alla torre è tra le più raffinate, centrali e costose della città .

Caratterizzata da sontuosi e prestigiosi palazzi, è frequentata non solo dai turisti ma anche dalle celebrità ed è ricca di locali glamour e alberghi super lusso : qui si trovano i migliori hotel a 4 e 5 stelle di Parigi.

Informazioni utili

  • Lunedì: 09:30 - 22:45
  • Martedì: 09:30 - 22:45
  • Mercoledì: 09:30 - 22:45
  • Giovedì: 09:30 - 22:45
  • Venerdì: 09:30 - 22:45
  • Sabato: 09:30 - 22:45
  • Domenica: 09:30 - 22:45

Fermate Metro

  • Ecole Militaire (928 mt)

Dove si trova Torre Eiffel

Come risparmiare su trasporti e biglietti d'ingresso.

Le City Card permettono di risparmiare sui mezzi pubblici e/o sugli ingressi delle principali attrazioni turistiche.

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31 marzo 1889: l'inaugurazione della Torre Eiffel

Il 31 marzo 1889 fu inaugurata la torre eiffel, il monumento più celebre di parigi : la sua storia tra costruzione lampo e ascensori bloccati apposta..

La Tour Eiffel in costruzione, nell'ottobre 1888.

Due anni, due mesi e cinque giorni: tanti ne bastarono per la costruzione di quello che sarebbe diventato uno dei monumenti più celebri e copiati al mondo. La Torre Eiffel, la più famosa costruzione di tutta la Francia, fu inaugurata a Parigi il 31 marzo 1889 e aperta ufficialmente il 6 maggio dello stesso anno, per l'avvio dell'Esposizione Universale del 1889 (nel centenario della Rivoluzione Francese).

esposizione universale tour eiffel

Tour Eiffel, Parigi Probabilmente il monumento più famoso al mondo, la Tour Eiffel è uno di quei tanti che dopo l'esposizione (nello specifico quella del 1889) dovevano essere smantellamenti. Il destino della torre d'acciaio prese un'altra piega però. L'Exposition Universelle del 1889, che celebrava il centenario della presa della Bastiglia, ospitò 32 milioni di visitatori e regalò alla Francia e all'Europa uno dei suoi simboli.

Foto: © Mario Fourmy/laif/contrasto

esposizione universale tour eiffel

Acquario civico di Milano Il 1906 fu la prima volta di Expo a Milano, che si aggiudicò oltre 5 milioni di visitatori. L'esposizione, a tema trasporti, ebbe luogo nell'area del Parco Sempione e della Fiera di Milano. L'unica costruzione inaugurata per l'occasione che non andò distrutta fu l'acquario civico.

Foto: © MILANI/RCS/CONTRASTO

esposizione universale tour eiffel

Plaza de España, Siviglia La maestosa e imponente Plaza de España venne costruita nel Parco di Maria Luisa sul progetto di Annibale Gonzales per l'Esposizione Iberoamericana del 1929.

Foto: © Gavin Hellier/Nature Picture Library/contrasto

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Atomium, Bruxelles L'Atomium fu costruito in occasione dell'esposizione universale del 1958. Fu il primo Expo dopo la seconda guerra mondiale e non ha caso il suo nome era Valutazione del Mondo per un mondo più umano . Questo monumento, progettato da André Waterkeyn, avrebbe dovuto essere smantellato dopo sei mesi, ma è tuttora una delle più conosciute attrazioni turistiche della capitale belga.

Foto: © Jan-Peter Boening/Zenit/laif/contrasto

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Space needle, Seattle Il simbolo di Seattle fu costruito nel 1962 per l'Expo intitolato L'Uomo nell'era dello Spazio . L'esposizione fu l'occasione di mostrare i progressi ottenuti dagli americani nella corsa allo spazio dopo lo smacco inflitto dai sovietici con lo Sputnik (che tra l'altro fu esposto a Bruxelles in occasione di Expo 1958) e Gagarin.

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Biosfera di Montreal Simbolo di Expo '67 (dal titolo L'uomo e il suo mondo ), la biosfera è una cupola geodetica progettata dall'architetto Buckminster Fuller. Dal 1995 è un museo che ospita mostre e progetti educativi su temi ambientali.

Foto: © Christian Kerber/laif/contrasto

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Acquario di Genova L'Acquario di Genova è situato nel porto antico della città. L'edificio fu progettato da Renzo Piano per l'esposizione universale del 1992 dedicata a Cristoforo Colombo. L'acquario possiede oggi oltre 70 vasche che presentano la più grande varietà di ecosistemi con migliaia di esemplari provenienti da tutti i mari del mondo.

Foto: © Augusto Casasoli/A3/contrasto

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Oceanario di Lisbona Fu progettato in occasione di Expo '98 (dal tema Oceani: un'eredità per il futuro ) dall'architetto Peter Chermayeff. Si tratta di uno degli acquari più grandi al mondo e si trova nel Parco delle Nazioni, dove durante l'esposizione erano situati i padiglioni. Oggi accoglie circa un milione di visitatori l'anno.

Foto: © CAMERA PRESS/Anton Dijkgraaf/contrasto

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Eur, Roma Non tutti i non-romani sanno che E.U.R. è l'acronimo di Esposizione Universale di Roma. Questo quartiere fu infatti progettato per volere di Mussolini in vista dell'Expo del 1942, che però non ebbe mai luogo.

Foto: © Angelo Giampiccolo/Nature Picture Library/contrasto

7 segreti di grandi capolavori dell'arte e dell'architettura

Arte 7 segreti di grandi capolavori dell'arte

I più famosi monumenti lasciati da Expo

Arte I più famosi monumenti lasciati da Expo

La costruzione della Torre Eiffel

Architettura Viaggio nel tempo: guarda la nascita della Tour Eiffel ricostruita in 3D

Web-manie: giù dalla torre Eiffel coi pattini

Scienze Giù dalla torre Eiffel coi pattini

La costruzione della Statua della Libertà

Storia La costruzione della Statua della Libertà

grattacielo ante litteram. La sua costruzione fu una straordinaria impresa ingegneristica. La Torre Eiffel, alta all'epoca 312 metri (oggi ne misura 324, con le antenne televisive) rimase fino al 1930 l'edificio più alto del mondo, superato solo dalla costruzione del Chrysler Building a Manhattan (a sua volta battuto, nel 1931, dall' Empire State Building ).

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La mente. Il progetto di Gustave Eiffel, ingegnere francese specializzato nella costruzione di ponti metallici, che prima di allora aveva contribuito alla realizzazione dell'ossatura della Statua della Libertà, fu scelto tra altre 100 proposte presentate al governo francese in occasione dei lavori di preparazione per l'Expo.

critiche. La struttura in ferro, due volte più alta della Cupola di San Pietro a Roma, e più imponente della Piramide di Giza, destò non poche perplessità nell'ambiente culturale del tempo.

brutta. In molti la ritenevano esteticamente inferiore rispetto alle altre architetture parigine (alcuni la chiamano ancora oggi "l'asparago di ferro"), e nel 1909 rischiò la demolizione perché contestata dall'élite intellettuale di Parigi: del resto, doveva essere una costruzione transitoria e facilmente smantellabile.

antenna. Fortunatamente, la facilità di trasmissione radio raggiunta dalla sua sommità - insieme all'apprezzamento dei turisti e della maggior parte dei parigini - la salvarono dall'abbattimento. I giornali dell'epoca scrissero:

"La Torre Eiffel sembrava un faro abbandonato sulla terra da una generazione scomparsa, da una generazione di giganti"

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solida. Dal giorno della sua apertura, vi sono salite 250 milioni di persone. Eppure, inizialmente, il pubblico mostrò resistenza a salire, poiché la considerava poco sicura. Nonostante le precarie condizioni di sicurezza durante la fase di costruzione, solo uno dei 300 operai impiegati perse la vita, nel corso dell'installazione degli ascensori. 18.038 pezzi di ferro, e 2,5 milioni di bulloni (sostituiti in seguito da rivetti, ossia giunti meccanici, incandescenti).

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struttura. La base della torre è costituita da quattro pilastri arcuati che vanno unendosi verso l'alto, interrotti da tre piattaforme con altrettanti belvedere per i turisti. I quattro archi semicircolari ai piedi della costruzione servono soltanto da elementi decorativi e non hanno una vera funzione strutturale.

salita . I due ascensori trasparenti, che salgono seguendo una traiettoria curva, sono divenuti una delle principali attrazioni turistiche. Furono disattivati quando Adolf Hitler visitò Parigi durante la Seconda Guerra Mondiale.

I parigini dissero che con il conflitto era divenuto impossibile ottenere i pezzi di ricambio, ma poco dopo la partenza del Führer furono rimessi in moto. Ma intanto Hitler aveva rinunciato a salire i 1665 scalini, ed era rimasto a terra.

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Pollock e la CIA. Nel 1947 la CIA decise di "sostenere" l'arte e la cultura d'avanguardia come arma segreta per combattere la Guerra Fredda. A occuparsene fu l'ufficio di Tom Braden, sponsorizzando musicisti jazz, la Boston Symphony Orchestra, il cinema e anche le celebri guide Fodor. Ma soprattutto la CIA puntò sul movimento artistico che prende il nome di espressionismo astratto, investendo segretamente molti soldi nella sua promozione a livello internazionale. Il motivo? Mostrare al mondo la vivacità culturale americana in contrapposizione alla rigidità della cultura sovietica. Un esempio? Nel 1958 la mostra itinerante "The New American Painting", con opere di Pollock, de Kooning, Motherwell e altri, era in mostra a Parigi. La Tate Gallery londinese la voleva ma non poteva permettersi il costo del trasporto. Ma il miliardario Julius Fleischmann mise a disposizione il denaro per farlo. In seguito si è scoperto che i soldi erano della CIA. Gli artisti però non lo sapevano.

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La musica dell'Ultima Cena. Nel libro La musica celata , l'informatico e musicista sardo Giovanni Maria Pala si dice sicuro che il dipinto L'Ultima Cena di Leonardo nasconda una partitura musicale: un adagio in tre quarti. Il segreto starebbe «nella posizione delle mani degli apostoli e in quella dei pani sulla mensa che insieme danno vita a una frase musicale scritta». Secondo Pala, se si sovrappongono le cinque linee del pentagramma al dipinto le mani di Gesù Cristo, quelle dei suoi apostoli, e le pagnotte di pane sul tavolo descriverebbero una partitura musicale che avrebbe senso se letta da destra a sinistra. Anche Alessandro Vezzosi, direttore del museo dedicato Da Vinci in Toscana ritiene la scoperta "plausibile".

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L'appartamento sulla Tour Eiffel Qual è il segreto della Torre Eiffel? Un appartamento segreto nascosto nel suo livello più alto. L'appartamento era di proprietà di Gustave Eiffel, l'ingegnere che ha progettato la torre. Solo lui vi aveva accesso e ha ospitato molti visitatori importanti. Recentemente l'appartamentino è stato aperto al pubblico che viene accolto dalle statue di cera di Eiffel e di sua figlia Claire.

Foto: © contrasto

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Picasso e il furto della Gioconda. Nella notte tra domenica 20 e lunedì 21 agosto 1911, un carpentiere di Luino, Vincenzo Peruggia, rubò la Gioconda per restituirla - a suo dire - all'Italia a cui era stata sottratta (cosa non vera): il dipinto di Leonardo fu recuperato due anni dopo. Ma quello che non tutti sanno è che tra i primi sospettati, arrestati e interrogati dalla polizia, ci furono il poeta Guillaume Apollinaire e Pablo Picasso. Mentre Picasso fu rilasciato quasi subito, Apollinaire venne tenuto in prigione per quasi una settimana. A tirarli in ballo era stato un truffatore, Honoré Joseph Géry Pieret.

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Cosa c'è ai piedi della Statua della libertà? C'è una catena spezzata. La catena è invisibile ai turisti, perché sta sotto la veste, a fianco del suo piede sinistro e può essere vista solo dall'alto. Il motivo? La statua fu un regalo della Francia agli Stati Uniti per onorare e celebrare la libertà, la democrazia, e la fine di ogni forma di schiavitù, dopo la guerra di secessione. Ad ispirare lo scultore Bartholdi, fu infatti una frase di Edouard de Laboulaye, famoso politico francese e abolizionista, sostenitore di Abramo Lincoln.

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Perché il cielo dell'urlo di Munch è rosso Edvard Munch disse di aver avuto l'ispirazione per il suo famoso dipinto un giorno in cui stava camminando con i suoi amici e vide che "il cielo diventava rosso come il sangue". Di recente si è scoperto che probabilmente il cielo quel giorno era di un rosso intenso a causa dell'eruzione del Krakatoa in Indonesia, del 1883. La colossale eruzione vulcanica proiettò nell’atmosfera circa 21 chilometri cubi di materiale vulcanico assieme a grosse quantità di anidride solforosa che, nell’arco di qualche mese, avvolse quasi tutto l’emisfero boreale.

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Il colore del Golden Gate Bridge. Come mai il celebre ponte di San Francisco, non è grigio o nero come gli altri ponti ma arancio? La Marina Militare lo voleva a strisce bianche a gialle perché fosse riconoscibile nella nebbia. Ma l'acciaio destinato al ponte arrivò già coperto da un primer (una vernice che fa da base) dall'insolito colore arancio bruciato. Dopo un po' di discussioni, gli architetti decisero di lasciarlo com'era. Il ponte più fotografato al mondo deve insomma la sua fotogenia a un incidente di percorso.

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192 anni dalla nascita di Charles Baudelaire

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Il Doodle interattivo dedicato a uno dei più noti scrittori di fantascienza britannici, autore di Guida galattica per gli autostoppisti , è visibile a questo link .

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Festa della donna 2013

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81esimo compleanno di Miriam Makeba

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225 anni dalla nascita di Arthur Schopenhauer

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Ecco chi era il padre della teoria eliocentrica , cui dobbiamo gran parte delle moderne cognizioni astronomiche. Per vedere il Doodle interattivo dedicato all'astronomo polacco clicca qui .

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Per vedere il doodle interattivo dedicato all'inventore della ruota panoramica clicca qui .

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Un Doodle dedicato all'archeologa e paleantropologa britannica più famosa del '900. Leggi chi era e cosa ha scoperto .

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Martin Luther King Day

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Gioca a pulire il ghiaccio con il doodle interattivo.

Foto: © Immagini Google

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150 anni della metropolitana di Londra

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Capodanno 2013

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Fine del calendario Maya

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40 anni del primo uomo sulla Luna

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Compleanno di Mary Shelley

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La versione interattiva con le varie fasi dell'eclissi

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25 anni di Tetris

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San Valentino

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Anniversario della fondazione di Roma

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Il giorno del Pi greco

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Compleanno di Jane Austen

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Compleanno di Agatha Christie

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Compleanno di Dizzy Gillespie

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Giorno della Mamma

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Festa dei lavoratori, 1 maggio

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Il doodle interattivo con la macchina di Turing

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Compleanno di Alessandro Manzoni

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Cinquantesimo anniversario del volo di Yuri Gagarin, primo uomo nello spazio

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Festa della donna, 8-marzo

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Il doodle realizzato dalla scuola elementare di Borgo Rosselli

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Compleanno di Jorge Luis Borges

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Compleanno di Nikola Tesla

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Compleanno di Constantin Brancusi

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Scoperta l'acqua sulla Luna

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Compleanno di Gregor Mendel

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Compleanno di Cezanne

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Compleanno di Gioachino Rossini

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Compleanno di Harry Houdini

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Compleanno di Thomas Edison

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Compleanno di Pierre de Fermat

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Gioca con il piccolo chimico di Bunsen

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Gioca con i Muppets

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Suona con il sintetizzatore di Moog

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Compleanno dell'architetto Mies van der Rohe

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Giorno della Terra 2012

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Immergiti con il doodle di Jules Verne

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Prova a suonare la Doodle guitar

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Ascolta il Doodle cantato da Freddy Mercury

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Compleanno di Niels Bohr

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14mo compleanno di Google

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Compleanno di Bram Stoker

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Festeggiato con questo Doodle animato ( guarda )

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Gioca con Pac Man versione doodle

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Prova a parare i rigori con il doodle sul calcio

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Compleanno di Amelia Earhart

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Capodanno 2012

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161mo anniversario della pubblicazione di Moby Dick

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Giorno della Terra 2011

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Compleanno di Gustav Klimt

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46mo anniversario della prima trasmissione di Star Trek

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Compleanno di Robert Noyce

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Il doodle per il 122mo compleanno di Charlie Chaplin era un vero e proprio film. Guardalo

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Compleanno di Heinrich Rudolf Hertz

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Il 450 compleanno di Copernico ( vedi ) ha un Doodle animato ( vedi )

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Il 360mo compleanno di Eulero ( vedi ) ha un Doodle animato ( vedi )

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In occasione dell' Earth Day il logo di Google si anima e diventa un ecosistema in miniatura . 

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Il tradizionale "scarabocchio" di Google si trasforma oggi in un mini-film d'animazione ( vedi ) per celebrare il compleanno di Soul Bass, un mito di Hollywood .

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Un pallone sonda, secondo le fonti ufficiali. Una navicella aliena, per gli appassionati di ufologia. Quale oggetto volante si schiantò nel 1947 a Roswell, nel Nuovo Messico? Google celebra l'anniversario con un gioco punta e clicca ( vedi ).

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L'austriaco Premio Nobel per la Fisica è il protagonista, insieme al micio del suo noto paradosso , di uno "scarabocchio" di Google.

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Il simbolo di New York. L'Empire state building, il grattacielo in stile art déco, progettato dallo studio Lamb & Harmon, si erge per 443 metri (compresa l'antenna: il tetto arriva a 381 metri) e comprende 103 piani, di cui 86 abitabili. Quando fu inaugurato a New York l'11 aprile 1931 era il grattacielo più alto del mondo.

Foto: © Shutterstock

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1929-1931: l'Empire State Building in costruzione. Il cantiere di quello che a lungo rimase il più alto grattacielo del mondo aprì il 24 settembre del 1929. Dopo la demolizione dell'edificio precedente e la costruzione della struttura in acciaio, completata in appena 23 settimane, i lavori proseguirono al ritmo di 4 piani a settimana.

Foto: © Bettmann/Corbis

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13 settembre 1930: Carl Russell saluta i colleghi operai da un ponteggio all'88esimo piano dell'Empire State Building. Per realizzare questo scatto, il fotografo - non avvezzo a lavorare a centinaia di metri dal suolo - rischiò la vita. Oggi il grattacielo in stile art déco, progettato dallo studio Lamb & Harmon, si erge per 443 metri (compresa l'antenna: il tetto arriva a 381 metri) e comprende 103 piani, di cui 86 abitabili.

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Furono impiegati 3.400 operai tra i quali molti immigrati europei (soprattutto italiani e irlandesi) insieme a una vasta rappresentanza di nativi Mohawk provenienti dalla riserva canadese di Kahnawake, vicino a Montreal. Nella foto, un operaio al lavoro sull'Empire: a destra sullo sfondo, si nota il "rivale" Chrysler Building, completato nel 1930.

Foto: © ARCHIVIO GBB Contrasto

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Gli uomini Mohawk avevano dimostrato già in precedenza un'ottima attitudine ad operare a considerevoli altezze, oltra a una grande perizia nella lavorazione del ferro. A partire dal 1886 alcuni di loro avevano preso parte alla costruzione di un ponte sul fiume St. Lawrence, nella loro terra.

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A partire dal 1916, molte famiglie Mohawk si trasferirono a New York, per risparmiare agli uomini la fatica delle trasferte. Lavoratori con queste origini sono impiegati ancora oggi nei siti di costruzione di grattacieli newyorkesi.

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"Molte persone pensano che i Mohawk non abbiano paura delle altezze: non è vero. Abbiamo paura esattamente come tutti gli altri. La differenza è che sappiamo gestirla meglio" (Kyle Karonhiaktatie Beauvais, lavoratore Mohawk, 2002).

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La costruzione dell'Empire State Building attirò fotografi e giornalisti da tutto il mondo: "Può fare paura agli spettatori-formiche nelle strade sottostanti - si legge nei giornali dell'epoca - ma è un lavoro all'ordine del giorno per questi sorridenti lavavetri impegnati nel precario lavoro di ripulire l'Empire State Building, il palazzo più alto del mondo, a centinaia di metri da terra". Le foto dei mestieri più spericolati del mondo: guarda

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29 settembre 1930: il momento di riposo di un operaio.

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L'inaugurazione del grattacielo avvenne nel maggio 1931, due anni dopo il crollo di Wall Street, e in piena recessione economica. Molti degli uffici a disposizione rimasero così sfitti, e il palazzo fu presto ribattezzato: Empty State Building (dove "empty" significa, appunto, vuoto). Nel primo anno di apertura al pubblico, gli introiti derivanti dal ponte di osservazione eguagliarono quelli delle rendite degli spazi affittati.

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Schiscetta d'altri tempi: alcuni operai riscaldano il pane e il caffè del pranzo nel fornelletto per le saldature ad alta quota.

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Un dirigibile in volo appena sopra all'Empire. La torre di metallo che occupa gli ultimi piani del grattacielo doveva servire, almeno nei piani originari, come aeroscalo per l'attracco di dirigibili...

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... ma dopo qualche iniziale - arduo - tentativo di attracco, complice la rapida scomparsa dei dirigibili, l'idea si rivelò impraticabile. La torre venne allora adibita a un'altra funzione: in cima ad essa si trova un'antenna per la ricezione di programmi radiotelevisivi, oltre a un grande parafulmini che si dica venga colpito dai lampi circa 500 volte all'anno.

Foto: © Corbis

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2 dicembre 1932: due operai terminano la giornata di lavoro con una pausa sigaretta sui ponteggi dell'RCA Building del Rockefeller Center. La sagoma dell'Empire State Building appena costruito è visibile attraverso la nebbia, proprio in mezzo a loro.

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Cento anni fa, il 10 giugno 1924, Giacomo Matteotti moriva trucidato per mano di sicari fascisti . In questo numero di Focus Storia ricostruiamo le fasi dell’agguato, la dinamica del delitto e le terribili modalità dell’ occultamento del corpo . Ma anche le indagini, i depistaggi , il processo farsa e le conseguenze politiche che portarono l’Italia nel baratro della dittatura .

E ancora: quando, per prevenire gli avvelenamenti , al servizio di principi e papi c’erano gli assaggiatori ; la vita spericolata e scandalosa dell’esploratore S ir Richard Burton ; tutto sul D-Day , il giorno in cui in Normandia sbarcarono le truppe alleate per liberare l’Europa dal dominio nazista . 

Eliminate Matteotti

Un dossier sulla salute esplora i possibili scenari di un mondo senza sigarette , analizzando i vantaggi per la salute , l' ambiente e l' economia . Un'inchiesta sul ruolo dei genitori nell'educazione dei figli ci porta a riflettere sull'importanza delle figure genitoriali, con un focus sulla storia di Jannik Sinner.

Ampio spazio è dedicato alla scienza e alla tecnologia , con articoli sull'energia nucleare , i reattori nel mondo e un'intervista esclusiva a Roberto Cingolani sulla transizione energetica . Un viaggio nell' archeoastronomia ci svela come l'uomo abbia misurato il tempo attraverso i fenomeni celesti.

Non mancano approfondimenti sulla salute , con una guida completa sulla dengue e focus sulla caduta dei capelli , problema molto diffuso tra gli uomini. La sezione animali ci regala immagini sorprendenti di pinguini , primati e canguri.

L'ultima sigaretta

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  • Museo del Louvre
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Visita guidata della Torre Eiffel

Costruita per l’ Esposizione Universale del 1889 , in occasione del centenario della Rivoluzione francese, la Tour Eiffel è il grande simbolo di Parigi. Fu l’ingegnere Gustave Eiffel che realizzò, quella che all’epoca era considerata una vera «utopia», degna di un romanzo di Jules Verne . La Tour Eiffel fu scelta tra un centinaio di altri progetti presentati al concorso e questo per il suo costo ridotto, perché facile da montare e smontare e quindi per il suo carattere temporaneo. E in effetti, come tante altre strutture costruite per le Esposizioni Universali, anche la Tour Eiffel era destinata a scomparire.. D’altronde non possiamo dire che fece l’unanimità tra l’opinione pubblica, siccome grandi personalità conosciute dell’epoca, tra cui Charles Garnier , architetto dell’Operà, Alexandre Dumas figlio, Guy de Maupassant , per citarne alcuni, firmarono una petizione contro il progetto. Oggi è il simbolo più conosciuto e uno dei monumenti più apprezzati dai visitatori. La sua silhouette slanciata e originale resta ancora oggi una delle più ammirate al mondo.

Vista della Tour Eiffel dalla riva destra della Senna

Visita La Tour Eiffel

! La visita della Tour Eiffel va unita ad una visita del quartiere, la guida si limita a fare la presentazione in basso, non sale con i visitatori.

Questa visita comprende: •    l’introduzione alla storia della sua costruzione: l’esposizione universale, la struttura, lo scandalo •    accompagnamento dei visitatori fino all’accesso interno verso gli ascensori

(Il contenuto della visita ha valore indicativo e non contrattuale)

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Champ de Mars, 5 Avenue Anatole France

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Orari d’ingresso

dal 15 giugno al 1° settembre

tutti i giorni salvo il lunedì dalle 9h a mezzanotte

Il resto dell’anno

tutti i giorni salvo il lunedì dalle 9h alle 23h30

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Numero di persone

Da 2 a 25 persone max

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Durata della visita

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Il diritto di conferenza e i biglietti d’ingresso ai monumenti non sono inclusi nel prezzo della visita, sono a carico del visitatore

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Storia Torre Eiffel - Il sito più celebre di tutta Parigi

La Torre Eiffel è il monumento a pagamento più visitato, uno degli edifici più iconici e immediatamente riconoscibili al mondo. La torre a traliccio in ferro battuto è a 324 metri dal suolo ed è la struttura più alta di tutta Parigi. Costruita tra il 1887 e il 1889 per l'Esposizione Universale, la Torre Eiffel è diventata il simbolo della città di Parigi e nessun viaggio nella Ville Lumière è completo senza una sosta ai suoi piedi.

La straordinaria architettura e l'impressionante design della torre sono già un motivo sufficiente per andare a visitarla, ma la Torre Eiffel è molto più di una semplice struttura in acciaio. Nel corso degli anni, essa ha rappresentato lo spirito di Parigi: vibrante, bella e piena di brio. Continua a leggere per scoprire la storia di questa splendida struttura in metallo.

Cronologia - Torre Eiffel: storia e leggende

1884: venne formulata l'idea di una torre a traliccio, in metallo e a base quadrata.

1885: Gustav Eiffel presenta il progetto alla Société des Ingénieurs Civils per ottenere l'approvazione.

1886: il comitato per l'Esposizione Universale, che si sarebbe tenuta nel 1889 per commemorare il centenario della Rivoluzione francese, approva.

1886: gli artisti protestano perché una torre metallica sarebbe un monumento orribile che rovinerebbe l'estetica di Parigi. Tuttavia, la loro protesta non ebbe alcun seguito.

1887: fine gennaio, inizio dei lavori di costruzione.

1888: viene completato il primo livello .

1889: il 15 marzo viene completata la costruzione.

Storia della Torre Eiffel

Torre Eiffel storia

Creazione del design della Torre Eiffel

Il progetto fu condotto inizialmente da Maurice Koechlin ed Émile Nouguier, ingegneri dello studio di Gustav Eiffel. In un primo momento, Eiffel non ne fu impressionato, ma quando il capo architetto Stephen Sauvestre aggiunse degli elementi ornamentali, approvò il progetto finale. Esso prevedeva la creazione di una torre alta 300 metri, interamente costituita da un traliccio di ferro a base quadrata. Si trattava di un progetto ambizioso, poiché fino ad allora non era mai stato costruito nulla di così alto.

Torre Eiffel storia

Proposta presentata

Dopo essere stato presentato alla commissione incaricata dell'Esposizione Universale, che voleva creare un capolavoro dell'architettura francese per commemorare il centenario della Rivoluzione francese, il progetto fu scelto all'unanimità tra altri 100. La torre sarebbe stata smantellata dopo 20 anni.

Nonostante la selezione, alcuni artisti non accettarono l'idea che una torre metallica in mezzo ad altre meraviglie architettoniche potesse essere estetica o addirittura solida. Una torre di 300 metri era una struttura assolutamente impensabile. Ci fu una piccola opposizione contro la sua costruzione, ma ciò non ne fermò la realizzazione.

Torre Eiffel storia

Costruzione della torre

La costruzione iniziò il 28 gennaio. Per prima cosa, venne creata la base in calcestruzzo. Fu realizzato il reticolo metallico, che venne poi unito con dei rivetti. Ogni parte fu creata con molta precisione e attenzione ai dettagli. Il tutto fu poi portato in cantiere e assemblato in loco. Ciascuna delle 4 strutture di base doveva essere costruita su lastre di cemento. Le fondamenta furono gettate nei mesi successivi e il completamento del primo livello richiese un anno. Gli archi e la sommità della torre furono completati all'inizio del 1889, l'anno della sua inaugurazione.

Torre Eiffel storia

Torre completata

La torre fu completata nel marzo 1889. Con i suoi 300 metri, era la struttura più alta del mondo moderno. La solidità strutturale e l'estetica della costruzione misero a tacere i critici, alcuni dei quali divennero addirittura suoi ardenti ammiratori!

La cima della torre poteva essere raggiunta tramite scale. Nei primi due mesi dal suo completamento, la torre fu visitata da circa 30.000 persone. Il successo fu immediato. Fu uno dei pezzi forti dell'Esposizione Universale del 1889 e fu ammirata da statisti e dignitari di molti Paesi.

Torre Eiffel storia

La torre assume nuove funzioni

La licenza della torre fu estesa poiché si era dimostrata un luogo prezioso per condurre ricerche ed esperimenti scientifici. Gustav era consapevole di dover rendere la torre non solo bella ma anche importante. Incoraggiò gli scienziati a utilizzarla come luogo per condurre esperimenti meteorologici, aerodinamici e di altro tipo.

La torre veniva utilizzata per la telegrafia senza fili e grazie ad essa venivano ricevuti telegrammi di estrema importanza. Contribuì a cambiare le sorti delle guerre mondiali e divenne presto un punto di riferimento del paesaggio parigino. Ancora oggi viene utilizzata per installare parabole e antenne televisive.

Le luci - Torre Eiffel: storia e leggende

Prima dell'energia elettrica.

Nel 1889, quando fu inaugurata, la torre fu dotata di diecimila luci a gas che la illuminavano da terra. In cima fu installato un faro.

Dopo l'avvento dell'energia elettrica

Le luci a gas vennero sostituite con lampadine elettriche. Durante l'Esposizione Universale del 1937, la struttura della torre fu illuminata sotto il primo piano e tra i quattro pilastri.  Per illuminare la Torre Eiffel dall'esterno furono aggiunti trenta faretti. Nel 1958 vennero sostituiti da 1290 piccoli fari che circondavano la struttura.

Rinnovazioni successive

Nel 1985 è stato rinnovato l'impianto di illuminazione, installando 336 lampade a vapori di sodio all'interno della struttura. Il 1° gennaio del 2000, 20.000 luci scintillanti sono state posizionate sulla struttura della Torre. Il faro sulla cima è stato sostituito da quattro faretti.

Ristoranti - Torre Eiffel: storia e leggende

  • 1889: al momento dell'inaugurazione, la Torre Eiffel vantava quattro maestosi padiglioni in legno al primo piano. Ognuno di questi ristoranti - Flamad, Russian Restaurant e Brébant - poteva ospitare 500 persone.
  • 1937: furono demoliti per l'Esposizione Internazionale del 1937. Al primo piano, appena ristrutturato, vennero aperti due nuovi ristoranti.
  • 1980s: i ristoranti vennero nuovamente sostituiti e aprirono da La Belle France e Le Parisien.
  • 1993: il ristorante Le Jules Verne divenne parte della Torre Eiffel.
  • 1996: Altitude 95, situato a 95 metri sul livello del mare, divenne il nuovo punto di forza della torre.
  • 2000s: il ristorante al primo piano prese il nome di 58 Tour Eiffel.
  • 2022 : Madame Brasserie ha sostituito 58 Tour Eiffel.

Architettura della Torre Eiffel

Torre Eiffel storia

Realizzata in ferro, fu inizialmente chiamata La Dame de Fer o la Lady di ferro. È interamente costituita da tralicci di ferro e assemblata con rivetti. Ogni parte è stata realizzata su misura in un luogo diverso e trasportata in carrozza fino al cantiere. Le diverse parti sono state poi assemblate in loco. La costruzione ha richiesto 2 anni e 2 mesi.

Eiffel fu accusato di aver progettato una torre non conforme ai principi dell'ingegneria. Ma lui e il suo team erano esperti costruttori di ponti che avevano preso in considerazione la resistenza al vento durante la progettazione e l'ideazione. Le solide fondamenta e gli archi curvi erano stati calcolati proprio per resistere ai venti. Il fatto che sia ancora in piedi ha confermato la validità dei creatori di questa struttura dall'estetica audace!

La Torre Eiffel oggi

Torre Eiffel storia

La Torre Eiffel è simbolo della Francia e ha stupito milioni di visitatori fin dalla sua costruzione. Si tratta di uno dei luoghi più visitati e di un monumento che non manca mai nella lista dei desideri di ogni turista: una vera e propria meraviglia!

Salire in cima a questa incredibile struttura per avere una vista a 360 gradi sulla splendida città di Parigi è un'esperienza memorabile. Cogli questa magnifica opportunità e goditi il connubio tra estetica, architettura e ingegneria!

Prenota i tour della Torre Eiffel

Domande frequenti - torre eiffel storia.

R. La torre ha circa 132 anni e continua a funzionare. È stata costruita nel 1889.

R. La Torre Eiffel è situata a Parigi, Champ de Mars.

R. La Torre Eiffel è una delle meraviglie architettoniche più alte che ha resistito a disastri naturali e provocati dall'uomo per più di 100 anni.

R. La Torre Eiffel è stata progettata dagli esperti ingegneri Maurice Koechlin ed Émile Nouguier e dal capo architetto Stephen Sauvestre, che lavoravano nell'impresa di costruzioni di Gustav Eiffel.

R. Stile architettonico estetico, contemporaneo e scientifico per l'epoca (ma anche per il presente).

R. I prezzi dei biglietti per la Torre Eiffel partono da 45 euro. Puoi acquistarli qui .

R. Sì, sono disponibili visite guidate alla Torre Eiffel.

R. Ci sono molte e interessanti curiosità sulla Torre Eiffel, come ad esempio il fatto che la torre, costituita interamente da reticoli metallici, è in realtà composta da 12.000 pezzi di metallo uniti da 250.000 rivetti.

R. Sicuramente! Essendo uno dei simboli più famosi della Francia, la Torre Eiffel è una visita obbligata se ti trovi a Parigi.

R. In totale sono circa 1665 i gradini che portano al secondo piano della Torre Eiffel.

R.  Per salire sulla Torre Eiffel ci vogliono circa 2 ore.

R. Sì, ci sono ascensori che portano in cima alla Torre Eiffel.

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  • 31 Marzo 1889

Inaugurata la Tour Eiffel

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Quando s'illumina la Tour Eiffel: scintillio, orari e punti panoramici per ammirarla

© CANVA

L'illuminazione serale della Tour Eiffel

La Tour Eiffel, indiscutibilmente il monumento simbolo di Parigi, sia di giorno che di sera cattura l’attenzione di chiunque, ma è quando il sole tramonta e la notte si avvicina, che  la Dame de Fer si trasforma in un'opera d'arte illuminata , creando uno spettacolo mozzafiato che incanta ed emoziona sempre.

La Torre Eiffel è aperta dalle 9:15 del mattino fino alle 23:45 : per un'esperienza notturna è consigliabile visitarla tra le 17:00 e le 22.45, ultimo orario di entrata. I n estate e in alcune date festive, l'orario di apertura della torre si prolunga fino alle 00:45 con 2 scintillii: uno a mezzanotte e un ultimo all'1 di notte.

La nuova illuminazione e il faro della Tour Eiffel

L'illuminazione della Tour Eiffel ha una storia lunga e affascinante. Inizialmente, quando la Torre fu inaugurata nel 1889 in occasione dell'Esposizione Universale, non c'era ancora un sistema di illuminazione particolare. Il primo sistema di illuminazione consisteva in lampade a gas posizionate lungo la struttura e poi, nel corso degli anni, sono state introdotte luci al passo con la tecnologia, inclusi i riflettori elettrici che emanano una luce più brillante e visibile anche da lontano. Grazie a questo sistema, introdotto nel 2003 , la Torre può essere illuminata in modo dinamico, con giochi di luce e colori che cambiano a seconda delle occasioni e degli eventi. Oggi, la Tour Eiffel è dotata di un sofisticato sistema di illuminazione a LED che consente una vasta gamma di effetti e colori, ma soprattutto è più sostenibile dal punto di vista ambientale, riducendo il consumo di energia e l'impatto ambientale. La famosa lumière della Tour ha un consumo di energia relativamente basso rispetto alle tecnologie di illuminazione più tradizionali.

La Dame de Fer nasconde alcuni “segreti”, uno di questi è sicuramente quello che riguarda il suo faro. Dall'anno 2000, l'illuminazione della Torre è stata completamente rifatta a nuovo con l' installazione di un nuovo faro in cima e con l'introduzione dello scintillio di tutta la Torre ad ogni inizio d'ora in serata. Ma non è come sembra! In realtà, la cima della Torre è dotata di quattro proiettori motorizzati e sincronizzati , che proiettano un doppio fascio rotante a 80 km su entrambi i lati della Torre. Ognuno di loro percorre un quarto di giro. L'installazione è realizzata con talmente tanta precisione che dà l'illusione di un faro rotante!

© Canva

Quando si illumina la Torre e a che ora c'è lo scintillio

La Tour Eiffel regala uno degli spettacoli più belli al mondo : il suo brillare con migliaia di luci scintillanti è imperdibile. L’effetto si chiama “twinkling” e per sapere quando c'è lo scintillio, bisogna prima sapere a che ora tramonta il sole: lo scintillio inizia 5 minuti all'inizio di ogni ora una volta che la Torre è illuminata .

Ad esempio, se la notte cade alle 20:35, l'illuminazione scatterà entro 10 minuti (quindi alle 20:45) e il primo scintillio o  twinkling avverrà alle 21:00. Da settembre 2022, per aderire al piano di emergenza per ridurre i consumi energetici, la Torre Eiffel si spegne completamente a partire dalle 23:45 (illuminazione e faro): l'ultimo scintillio avviene quindi alle 23:00. Ad eccezione dei mesi estivi, quando l'ultimo scintillio è all'1 di notte. Mentre l'illuminazione della Torre e il faro si spengono, il monumento continua a brillare per alcuni minuti. Un altro spettacolo davvero eccezionale!

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I punti panoramici più belli per ammirare la Tour Eiffel e Parigi illuminata

Se volete godervi lo spettacolo di illuminazione della Tour Eiffel, potete farlo da diversi punti di osservazione. I luoghi più famosi da cui ammirare il simbolo di Parigi e, calata la sera, il suo scintillio, sono i giardini del Trocadéro, gli Champs de Mars e la Senna : vedere la Torre illuminata mentre si specchia nell'acqua del fiume è una bellissima esperienza. Il nostro primo consiglio: visitate la Torre Eiffel la sera, vivrete un'esperienza eccezionale in un'atmosfera unica inondata dalla luce dorata del monumento, in particolare sulle scale.

Anche se siete all’interno della Tour potete godervi la magia. Al 2º piano potete alzare gli occhi e ammirare lo scintillio: un'atmosfera magica anima allora tutta la Torre e sarete parte dell'emozione collettiva che l'illuminazione procura ai suoi visitatori . E se il faro vi incuriosisce dovete arrivare in cima, così scoprirete come funziona alzando, anche in questo caso, gli occhi al cielo.

Per godere appieno dell'illuminazione della Torre Eiffel, ci sono altri luoghi strategici a Parigi che offrono viste spettacolari:

· Il Pont de l'Alma: questo ponte offre una magnifica vista sulla Senna e sulla Torre Eiffel. È un ottimo posto per scattare foto, soprattutto di notte quando la Torre è illuminata.

· La Tour Montparnasse : la terrazza panoramica della Torre Montparnasse offre una vista mozzafiato su tutta Parigi, compresa la Torre Eiffel. È un ottimo posto per vedere la città illuminata di notte.

· Il Parc des Buttes-Chaumont: questo parco un po’ distante dal centro offre una prospettiva diversa della Torre Eiffel, ma sempre spettacolare.

· Le Sacre Coeur: la Basilica du Sacre Cœur a Montmartre offre una vista distante, ma magnifica sulla città. È particolarmente affascinante la sera quando la città è illuminata.

· Pont Alexandre III : uno dei ponti più eleganti di Parigi offre la vista più romantica sulla Torre Eiffel illuminata.

· Rue des Camoens : nel 16° arrondissement e non lontana dal Trocadéro, questa via è il posto perfetto per scattare foto e decisamente più tranquillo per godervi la Tour lontana dal caos della città.

· Parc de Belleville : meno conosciuto dai turisti, questo parco nell’omonimo quartiere offre una vista panoramica della città, tra cui la Torre Eiffel.

Che sia la prima volta a Parigi o l'ennesima, ammirare la Tour Eiffel quando si illumina è un’emozione sempre forte e un ricordo indimenticabile !

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Nata come struttura temporanea in occasione dell’Esposizione Universale del 1889, la Tour Eiffel è da oltre 130 anni il simbolo di Parigi!

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Studi di Storia Contemporanea

Home Numeri N° 18, 2 III. La propaganda in esposizione Il potere dell'architettura. L’id...

Il potere dell'architettura. L’ideologia di regime all’Esposizione Internazionale di Parigi 1937

L’inasprimento della situazione politica del XX secolo trova negli eventi internazionali il luogo privilegiato per l’affermazione delle ideologie dei Paesi ospiti da diffondere sia ai visitatori che agli altri Paesi partecipanti. È così che i Padiglioni nazionali diventano inevitabilmente oggetto di propaganda e il linguaggio architettonico utilizzato diventa parte fondamentale di una logica rivendicativa di un’identità collettiva non sempre reale. Il caso specifico dell’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 è paradigmatico, essendo specchio del suo tempo e delle tensioni nazionali, nata sotto gli auspici della pace, risulta il più evidente esempio di binomio tra Potere e Architettura.

The political crackdown during the 20th Century finds in the International Events a special place for the hosting Countries to spread their ideologies to the visitors and to all the other Countries attending the event. National Pavilions become the subject of propaganda, and their architectural language became an important part of the collective identity’s reclaimed logic, even if it wasn’t always real. Paris International Exposition of 1937 is a paradigmatic case: it’s a mirror of that time and of the prewar period’s international tensions. Born under the auspices of peace, it finally results the most relevant expression of the relation between Power and Architecture.

Termini di indicizzazione

Keywords: , parole chiave: , testo integrale.

Exposition Internationale des Arts et des Techniques appliqués à la vie moderne (Paris, 1937): le pavillon de l’Allemagne

1. Introduzione

1 Le Esposizioni Internazionali sono il riflesso della volontà politica di dimostrare la capacità di portare a compimento tanto operazioni emblematiche e reali quanto di creare luoghi immaginari di utopie possibili. A partire dall’Esposizione di Parigi del 1867 si invitano i paesi partecipanti a costruire edifici che rappresentino il loro carattere nazionale, in un momento in cui cambia sostanzialmente l’evoluzione di questi eventi: gli edifici espositivi, precedentemente concepiti come contenitori di oggetti da mostrare al mondo, diventano essi stessi oggetti da esporre agli Stati partecipanti. Il succedersi delle Esposizioni durante la prima metà del secolo XX, strutturate secondo le nuove direttrici stabilite a partire dal 1928 dal Bureau International des Expositions , e dell’evoluzione del linguaggio formale elaborato per la costruzione dei Padiglioni nazionali, trova un punto d’inflessione con l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937, Exposition Internationale des Arts et des Techniques appliqués à la vie moderne . Ultimo evento prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l’evento è già soggetto a tensioni politiche ed economiche che sono il riflesso della società di quell’epoca. L’inasprimento della situazione politica trova negli eventi internazionali il luogo privilegiato per l’affermazione delle ideologie dei Paesi ospiti, da diffondere sia ai visitatori che agli altri Paesi partecipanti. È così che i Padiglioni nazionali diventano inevitabilmente oggetto di propaganda e il linguaggio architettonico utilizzato è parte fondamentale della logica rivendicativa di un’identità collettiva non sempre reale. Il caso specifico dell’Esposizione di Parigi è paradigmatico, riflesso delle tensioni nazionali del suo tempo, nata sotto gli auspici della pace, risulta il più evidente esempio di binomio tra Potere e Architettura.

  • 1 UDOVICKI-SELB, Danilo, The elusive faces of modernity: the invention of the 1937 Paris Exhibition a (...)

2 Nonostante questo testo si interessi nello specifico alla ricerca architettonica, risulta necessario comprendere le diverse letture e questioni che emergono dall’Esposizione parigina e quanto esse siano determinanti nel contesto culturale internazionale anche negli anni successivi all’evento. L’Esposizione nel 1937 sarà l’ultima ospitata dalla capitale francese, risultato dell’evoluzione dei concetti ad essa sottesi e in accordo con la trasformazione in corso della società. A partire dalla sua organizzazione, tra il 1932 e il 1935, si succedono una lunga serie di concorsi, aperti alla consulta di architetti e ai professionisti, per definire il luogo e la sua forma nella città. Sono queste le occasioni in cui si riscontrano le antitetiche posizioni di un’implicita rievocazione degli ideali classici in contrapposizione alle idee e alle proposte elaborate dall’ Union des Artises Modernes , per la quale l’Esposizione doveva essere l’espressione delle arti e dell’industria applicate alla vita moderna e offrire un riconoscimento alla produzione in serie 1 .

3 A partire dal 1935, a seguito delle nuove tensioni internazionali e al crescente peso del Fronte Popolare e delle associazioni di lavoratori, si assiste a una seconda fase organizzativa che conduce a un pragmatismo istituzionale e decisionale fino ad allora affidato agli esponenti più noti dell’ Académie des Beaux-Arts .

4 L’Esposizione conferma il luogo storico in cui si sono svolte le grandi esposizioni parigine del sec. XIX, lungo l’asse del Champs des Mars ; se alla Tour Eiffel (1889) è definitivamente riconosciuto il ruolo di monumento permanente di Parigi e della modernità, il destino opposto è invece riservato alla Galerie des Machines (1889) di Dutert e Contamin che, malgrado le critiche più illuminate, fu smontata nel 1918 per ospitare nel 1937 i Padiglioni dell’ultima Esposizione parigina.

5 La partecipazione di quarantadue Paesi caratterizza questa Esposizione rispetto a quelle che l’avevano preceduta 2 : il predominio della Francia e dell’Inghilterra, potenze coloniali dominanti durante il sec. XIX, è rimpiazzato definitivamente dalla partecipazione di altri Paesi che mirano a una maggiore presenza industriale, economica e politica nel contesto internazionale. Il confronto più noto ai visitatori e diffuso dai media è quello fra i Padiglioni nazionali della Germania e dell’Unione Sovietica, che l’uno di fronte all’altro sono collocati ai margini dell’asse principale che conduce alla collina di Chaillot.

Fig. 1. C’est encore eux qui se disputent! by rivista Candide, 15 luglio 1937.

Fig. 1. C’est encore eux qui se disputent! by rivista Candide, 15 luglio 1937.

2. Linguaggio architettonico come strumento di propaganda

  • 3 Va ricordato che il padiglione spagnolo viene promosso dalla Seconda Repubblica, che vivrà durante (...)

6 Esiste sicuramente una grande eterogeneità costruttiva nei Padiglioni nazionali di questa Esposizione, che si può classificare sulla base di alcuni criteri ideologici e formali. Se da un lato è possibile rintracciare gli esiti della ricerca razionalista del movimento moderno, con gli esempi di grande interesse del Padiglione per la Seconda Repubblica Spagnola 3 di Sert e Lacasa, del Pavillon des Temps Nouveaux di Le Corbusier e Pierre Jeanneret e ancora del Padiglione della Cecoslovacchia di Jaromir Krejcar; dall’altro troviamo i Padiglioni ispirati alla monumentalità classica come repertorio ideologico in sintonia con gli obiettivi nazionalisti delle imperanti politiche europee. In questo contesto si colloca la partecipazione all’Esposizione di tre paesi totalitari: la Germania, l’Unione Sovietica e l’Italia, nel più ampio rapporto fra Potere e Architettura .

7 L’architettura dei Padiglioni di questi Paesi, si appropria dei luoghi legittimando l’ideologia di regime attraverso l’esibizione del potere, proponendo una logica custodita nella tradizione e nella storia, esibite come immagini durature della continuità tra passato, presente e futuro. L’architettura prende le sue distanze dalle influenze del Movimento Moderno , per consolidare l’ideologia e l’architettura di Stato.

  • 4 UDOVICKI-SELB, Danilo, «Facing Hitler's Pavilion: The uses of modernity in the Soviet Pavilion at t (...)

8 Ad essi andrà tuttavia il riconoscimento di avere completato in tempo i lavori di costruzione dei Padiglioni e degli allestimenti interni, dimostrando di avere fatto fronte compatto ai numerosi problemi derivati dagli scioperi delle manovalanze e dalla scarsezza dei materiali costruttivi a disposizione 4 . Per comprendere le origini e gli obiettivi di questi edifici, risulta necessario tracciare brevemente l’evoluzione del linguaggio architettonico all’ombra dei dittatori che ne hanno utilizzato le capacità di affermazione e legittimazione politica.

  • 5 MILLER LANE, Barbara, «Architects in Power: Politics and Ideology in the Work of Ernst May and Albe (...)

9 Nel caso della Germania nazista, il Padiglione di Parigi è uno dei pochi edifici costruiti dal giovane architetto Albert Speer che, a partire dal 1934, sostituisce Paul Ludwig Troost, principale architetto del nazismo. Il connubio tra Hitler e Speer si prolungherà fino all’epilogo della dittatura, l’attrazione del Führer per il giovane architetto entusiasta e ambizioso era evidente e ricambiata dallo stesso Speer che vedeva nel dittatore la possibilità di realizzare edifici di grande interesse 5 . Negli scritti di Speer si legge: «avrei venduto la mia anima […] per l’incarico di realizzare un grande edificio» 6 .

Fig. 2. Adolf Hitler e Albert Speer discutono i dettagli di un progetto by Bundesarchiv, Bild 183-2004-0312-500/CC-BY-SA

Fig. 2. Adolf Hitler e Albert Speer discutono i dettagli di un progetto by Bundesarchiv, Bild 183-2004-0312-500/CC-BY-SA

10 Il processo di definizione di un’architettura Nazional Socialista , che doveva affondare le sue radici nella tradizione tedesca e di indirizzarsi anche al popolo, si sviluppa attraverso l’elaborazione di alcuni progetti accomunati da un’analoga ricerca della monumentalità e destinati a trasformare Berlino in Capitale.

  • 7 WEBSTEK, Robs, Germany versus Russia at the 1937 Paris Expo . URL: < http://www.robswebstek.com/2013/ (...)
  • 8 FISS, Karen, Grand Illusion. The Third Reich, the Paris Exposition, and the cultural seduction of F (...)

11 Tale ricerca trova le sue origini nel severo linguaggio dorico dell’architettura greca, fino a sviluppare il «valore delle rovine», anteponendo chiaramente la questione dell’apparenza alle esigenze utilitaristiche, funzionali e costruttive. Risultano pertanto più comprensibili gli interventi di Speer, vincolati alla scenografia della propaganda del regime, nel Padiglione tedesco di Parigi: un edificio che si relaziona con l’eredità classica soprattutto attraverso l’uso di una severa geometria. L’associazione di alcuni elementi del linguaggio classico dell’architettura quali: l’ordine gigante dei pilatri e la cornice semplificata che avvolge la torre del corpo principale dell’edifico alto 150 metri è dominato dalla presenza di un’aquila imperiale che, confermando la sensazione di solidità e di forza, sovrasta il Padiglione tedesco e tiene nei suoi artigli l’onnipresente svastica. Il Padiglione avrebbe dovuto contrastare con evidenza il Padiglione sovietico costruito di fronte ad esso; qui si nota distintamente, così come manifestato in molti altri progetti incompiuti di Speer, l’ambizione di superare tutti gli altri edifici, compresi quelli preesistenti se si esclude la Tour Eiffel , e soprattutto di imporsi fisicamente all’ideologia staliniana esibita dal vicino Padiglione sovietico 7 . Se le vicende legate alla partecipazione della Germania all’evento iniziano con l’invito ufficiale della Francia nel dicembre del 1934, si dovrà attendere fino all’agosto del 1936 per vedere Speer a Parigi visionare il luogo e il lotto destinato alla Deutsches Haus . Alla rinuncia dell’ornamento, come stabilito dal Movimento Moderno che tuttavia era stato ricusato proprio dal nazismo per l’origine ebraica di alcuni suoi principali esponenti, si oppone la ricchezza delle decorazioni e degli ornamenti dispiegati all’interno del Padiglione tedesco per dare lustro della ricchezza dello Stato Nazional Socialista e per mostrare la Germania come la più importante potenza industriale e commerciale al mondo. Dai numerosi scritti di quegli anni, risulta evidente come la partecipazione del Terzo Reich all’Esposizione Internazionale di Parigi fosse un evento davvero straordinario 8 .

Fig. 3 - Cornice semplificata che avvolge la torre del corpo principale del Padiglione tedesco per l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 dominata dall’aquila imperiale, L’Illustration , 1937.

Fig. 3 - Cornice semplificata che avvolge la torre del corpo principale del Padiglione tedesco per l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 dominata dall’aquila imperiale, L’Illustration, 1937.

12 Le vicende che si susseguono in Unione Sovietica, conducono all’uso di un determinato linguaggio architettonico come rappresentazione e legittimazione del potere che sono, per alcuni versi, molto simili a quelli dell’esperienza tedesca, incluso quello adottato in occasione dell’Esposizione di Parigi. Fin da subito si riscontrano molte somiglianze tra i due Padiglioni, tedesco e sovietico, nonostante siano stati progettati con la massima segretezza. Dopo una prima proiezione dell’architettura sovietica, con i focolai culturali delle avanguardie, confermata dagli obiettivi politici della rivoluzione bolscevica e dalla ricca sperimentazione del costruttivismo russo , tale esperienza si disperde in Europa ed altrove fino a quasi scomparire.

9 UDOVICKI-SELB, Danilo, op. cit., p. 32.

13 All’inizio del 1930, l’intervenzionismo di Stalin riunisce dapprima le associazioni indipendenti sotto il controllo della V.A.N.O., e più tardi, nel 1932, accorpa tutti gli architetti in una unica federazione statale, la S.S.A., che dirige l’attività edilizia del paese e consegna, di fatto, la direzione dell’architettura sovietica agli accademici. Si rafforza in questo modo il Realismo Socialista , caratterizzato da un marcato monumentalismo, accompagnato dall’uso dell’ordine gigante e da decorazioni barocche che recuperano il linguaggio neoclassico a scapito delle sperimentazioni costruttiviste . La dittatura dimostra la necessità di eliminare l’incertezza, la dispersione e l’innovazione che possono scaturire dall’influenza dell’architettura moderna che, anche in Unione Sovietica, viene bandita in quanto ritenuta: controrivoluzionaria , individualista e non marxista . Sebbene in Unione Sovietica non vi sia una figura prevalente al pari di Speer, l’influenza di Boris Iofan ha un significato rilevante nella storia dell’architettura sovietica. Il progetto che realizza per rappresentare l’Unione Sovietica all’Esposizione di Parigi è influenzato dal concorso del 1931 per il Palazzo dei Soviet , il cui esito finale ha molte somiglianze con l’edificio parigino. Il trionfo del comunismo sovietico sul capitalismo viene dichiarato fin dal suo programma: una volta costruito il Padiglione sarebbe divenuto l’emblema di questo periodo grazie alla sua monumentalità, semplicità, integrità ed eleganza. La monumentale piramide a scaloni del Palazzo dei Soviet di Mosca è riproposta a Parigi: la colossale statua di Lenin di circa 420 metri di altezza è rimpiazzata nel Padiglione sovietico dal gruppo scultoreo, simbolo dell’emancipazione del popolo russo, dell’operaio e della contadina che avanzano con in mano falce e martello. Il concorso del Padiglione del 1937 richiedeva la realizzazione di un edificio autoreferenziale, espressione di un paese prospero in cui la creatività, l’arte e la cultura di massa fossero frutto del sistema socialista 9 . Il progetto di Iofan cade tuttavia nella contraddizione di realizzare un edificio solenne, volumetricamente simile a quello di Speer, anche se tecnicamente meno rilevante.

Fig. 4. Il Padiglione sovietico per l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 è un enorme edificio verticale sormontato dalla statua dell’ Operaio e la kolkhoznitsa » di Véra Muhina, L’Illustration 1937.

Fig. 4. Il Padiglione sovietico per l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 è un enorme edificio verticale sormontato dalla statua dell’Operaio e la kolkhoznitsa » di Véra Muhina, L’Illustration 1937.

14 Il confronto, reso possibile dalla situazione politica francese, promuove gli ideali socialisti attraverso l’icona della modernità, in equilibrio tra l’ispirazione americana originata dal grattacielo del Rockefeller Center e l’architettura razionalista e rafforzata inoltre dalle sculture suprematiste presenti nel programma espositivo. Sebbene la guida dell’architettura sovietica fosse nelle mani degli accademici, le opere più significative di questi anni di Iofan non sono tutte riconducibili al linguaggio neoclassico; i progetti del Padiglione sovietico all’Esposizione di New York del 1939 e del Ministero per l’Industria Pesante si avvicinano infatti ai canoni del razionalismo europeo, nonostante il rifiuto da parte dello stesso Stalin.

  • 10 CAPANNA, Alessandra., Roma 1932. Mostra della Rivoluzione Fascista, Torino, Testo e Immagine, 2004, (...)

11 Ibidem, p. 6.

  • 12 STONE, Marla, «Staging Fascism: the exhibition of the Fascist Revolution», in Journal of Contempora (...)

15 La partecipazione italiana all’Esposizione del 1937 completa questa rassegna, configurando un quadro di grande interesse sull’uso dell’architettura in favore della legittimazione del potere. Il Ventennio fascista fa uso delle diverse correnti artistiche ed architettoniche in modo ambiguo, sperimentando una trasformazione che può essere seguita attraverso gli interventi in varie manifestazioni e celebrazioni, non ultima l’Esposizione parigina. Sarà lo stesso Pagano ad affermare che «negli anni che vanno dal 1927 al 1932 gli architetti italiani si dovettero accontentare, quasi senza esclusioni, di edifici provvisori per fiere, esposizioni e mostre; da queste intelligenti baracche il pubblico italiano ebbe modo di conoscere i primi passi dell’architettura moderna» 10 . In questi anni, lo stesso Mussolini sollecita i giovani architetti razionalisti, riuniti nel 1926 nel Movimento Italiano per l’Architettura Razionale (MIAR), a superare «gli stili decorativi del passato» per avvicinarsi al rivoluzionario Movimento Moderno 11 . In questo modo, si sarebbe sostenuto non soltanto il movimento razionalista ma anche tutti gli altri movimenti dell’epoca, con l’obiettivo di non accostare il Fascismo a quelli che lo avevano preceduto 12 . A partire dalla metà degli anni 1930, l’ambiguità di ricondurre gli ideali fascisti alla tradizione classica romana e al desiderio di esprimersi attraverso l’arte e la cultura di un sentimento moderno, subisce tuttavia una svolta decisiva. Nel 1932 la Mostra della Rivoluzione Fascista che si celebra a Roma, nell’ottocentesco Palazzo delle Esposizioni, offre l’occasione per il rifacimento della sua facciata in chiave moderna: in rame è realizzata la struttura sormontata da giganteschi fasci littori; in metallo, dipinto di nero, sono i caratteri della scritta principale collocati su un fondo rosso pompeiano. Il progetto e le soluzioni adottate a Roma da Adalberto Libera e Matteo de Renzi saranno più tardi riproposti nelle due successive Esposizioni Internazionali di Chicago del 1933 e di Bruxelles nel 1935.

  • 13 Per una storia dell'architettura di Stato durante la decada del 1930 confronta: CIUCCI, Giorgio, Gl (...)

16 Sono questi gli anni in cui si sviluppa il dibattito intorno al ruolo dell’architettura come arte di Stato; se tra i promotori di un’architettura classica troviamo Marcello Piacentini, tra i difensori delle idee dei moderni spicca la figura di Pagano insieme ad alcuni giovani architetti più rappresentativi dell’epoca 13 .

14 BENEVOLO, Leonardo, Storia dell'architettura moderna, Roma-Bari, Laterza, 1992, p. 569.

15 CIMADOMO, Guido, LECARDANE, Renzo, op. cit.

17 Come gli altri regimi totalitari anche il fascismo impone un ritorno al linguaggio neoclassico, anche se in questo caso il processo è lungo, complesso e contradittorio 14 . Sebbene siano forti le differenze in questo periodo tra Piacentini e Pagano, molteplici sono invece le collaborazioni: con l’ingegnere Cesare Valle progetteranno il Padiglione italiano all’Esposizione del 1937 in cui il rapporto tra geometria e costruzione è sottolineato attraverso l’ordine ritmico dei suoi elementi strutturali e dall’essenziale semplicità dell’impianto derivato da quello della villa romana con patio mediterraneo. Il Padiglione, accompagnato da una torre alta trentacinque metri, mostra i caratteri dell’architettura «modernissima» italiana di questo periodo 15 . Si tratta di un approccio ideologico distante da quello proposto dalla Germania e dall’Unione Sovietica nei rispettivi Padiglioni nazionali.

3. Architettura e potere

  • 16 SCHMIDT, Joseph, «Évènement Fasciste et spectacle mondial : Les jeux olympiques de Berlin en 1936», (...)
  • 17 BENJAMIN, Walter, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica , Torino, Einaudi, 196 (...)

18 HAIT-DAVIS, Duff, Hitler's games : the 1936 Olympics , New York , Harper &​ Row, 1986.

18 L’Esposizione Internazionale di Parigi nel 1937, così come i Giochi Olimpici di Berlino del 1932, fu il pretesto per diffondere le ideologie dei Paesi partecipanti sotto gli auspici della pace e della solidarietà. In coincidenza dell’affermazione dello Stato nazista si «festeggia la promozione della solidarietà internazionale attraverso una competizione nazionalista» 16 ; di conseguenza, i preparativi e la regia dell’evento sportivo dei Giochi Olimpici sono la scena ideale per mostrare al mondo intero il legame inscindibile tra il nuovo processo politico in atto e lo spettacolo pubblico. Questo binomio tra politica e spettacolo, richiamato da Walter Benjamin nell’analisi dell’arte e della politica fascista, nel suo libro L ’ opera d’ arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica del 1936, mira durante il fascismo a un’estetizzazione della vita politica: «Alla violenza esercitata sulle masse, che vengono schiacciate nel culto di un duce, corrisponde la violenza da parte di un’apparecchiatura, di cui esso si serve per la produzione di valori culturali» 17 . In questo quadro, lo Stadio Olimpico costruisce la scena per accogliere 20.000 spettatori invitati ad assistere agli spettacoli scritti e diretti da Goebbels. Ideato per impressionare il mondo sportivo e per nascondere il riarmo della Germania, lo spettacolo offriva nella sua versione olimpica della pace, la capacità organizzativa della Germania e testava fino a che punto le direttive internazionali potevano essere impunemente calpestate 18 . Attraverso la nozione distorta di antichità e nazionalismo nella loro trasposizione in un grande Stato nazionalista, si celano i veri obiettivi nazisti e militari dissimulati dall’aspetto conciliante della manifestazione, dalla partecipazione di numerose discipline sportive, dalla ripresa del mito greco.

  • 19 LABBE, Edmond, Exposition internationale des arts et techniques dans la vie moderne. Paris 1937. Ra (...)

19 Tale immaginario Olimpico trova più tardi un suo corrispondente nella vistosa contrapposizione della Germania e dell’Unione Sovietica all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937, in cui la collocazione dei due Padiglioni nazionali, l’uno di fronte all’altro lungo l’asse dei Champs de Mars sulla collina di Chaillot, ribaltano il significato del confronto pacifico internazionale e mostrano ai visitatori un evidente segnale di scontro inevitabile. Il giorno dell’inaugurazione, quando il Commissario dell’Esposizione Labbé annuncia la Festa della Pace 19 , non vi sono molte ragioni per sperare in una pace duratura fra le Nazioni. Lo stesso Padiglione della Pace, una torre alta 50 metri al centro di un edificio semicircolare, collocato in fondo alla Place du Trocadéro per chiudere l’asse principale, è eretto come monito all’umanità e con i migliori auspici per l’ Incontro universale della Pace . Al suo interno una sala accoglie una mostra della Société des Nations dedicata alla sicurezza collettiva e alla sua opera umanitaria; un’altra sala accoglie invece la mostra sugli esiti della Guerra di Spagna e sui diretti responsabili dell’eccidio di massa. Il crollo della Repubblica spagnola è infatti, secondo gli organizzatori, il banco di prova dello scontro che avrebbe di lì a poco contrapposto le dittature nazi-fasciste al regime comunista dell’Unione Sovietica e ai paesi democratici dell’occidente.

  • 20 GIEDION, Sigfried , Architektur und Gemeinschaft. Tagebuch einer Entwicklung, Amburgo, Rowohlt, 1956 (...)
  • 21 Traduzione dell’autore, cfr.: «Le persone vogliono che gli edifici rappresentino la loro vita socia (...)
  • 22 COHEN, Jean Louis, Le Corbusier et la mystique de l'U.R.S.S., Bruxelles, Mardaga, 1988, p. 228, let (...)
  • 23 L’edificio realizzato nel 1936 sotto la direzione dell’architetto Français Henri Nénot, Accademico (...)

20 Riflesso dei fermenti e delle tensioni di un’epoca, l’Esposizione di Parigi offre ai Paesi partecipanti una vetrina per esibire, da un lato, l’azione politica e culturale nazionale e internazionale, e dall’altro, il potere attraverso la rappresentazione dell’architettura nazionale. È in questo contesto che i Padiglioni della Germania, Italia e URSS riflettono le istanze totalitarie della nuova monumentalità nazionale. Al tema dell’architettura monumentale Siegfried Giedion dedica un intero capitolo intitolato «Una nuova monumentalità», in cui inserisce il manifesto Nine Points on Monumentality (1943) 20 scritto con Fernand Leger e Josep Lluis Sert a New York, che recita al punto 7: « The people want the buildings that represent their social and community life to give more than functional fulfillment, They want their aspiration for monumentality, joy, pride, and excitement to be satisfied » 21 . I primi decenni del sec. XX sono caratterizzati da forti contrasti nella cultura artistica e architettonica: manifesti, concorsi, progetti utopici rivelano l’espressione del confronto continuo di movimenti conservatori o progressisti, rappresentati a volte da testi o da figure di riferimento. Se da una parte, le correnti del moderno, dal Bauhaus di Weimar e Dessau all’ Esprit Nouveau di Le Corbusier e Ozenfant, dal Costruttivismo russo alla Neue Sachlichkeit tedesca, fino al De Stijl olandese, tutte affermano la necessità di un radicale cambiamento in nome di un mancato rapporto tra le nuove forme di produzione e il modo di vivere ereditato dal secolo precedente. Dall’altra parte, si evidenzia la ricerca di una nuova monumentalità che segna un ritorno alle regole accademiche. Si riafferma di conseguenza il richiamo alla tradizione Beaux-Arts e neoclassica tedesca attraverso l’immediata riapparizione nelle facciate di colonnati e frontoni dalle forme antropomorfe. L’accademismo sinonimo di rapporti prospettici legati alla facciata principale, all’assialità, al coronamento, alla prospettiva monumentale, insieme alla ridondanza di una nuova retorica architettonica dell’edificio orizzontale e verticale, volge lo sguardo verso i grattacieli americani di quest’epoca, rimpiazzando la metafora organicista a quella tecnicista. Si assiste inoltre alla crescita su più livelli delle facciate, marcate dalla sovrapposizione degli ordini classici, anche se i rapporti proporzionali e prospettici fra il tutto e le parti degli edifici non varia neanche per gli edifici molto alti. Alla metafora del « corpo » per l’edifico e del « vestito » per la sua decorazione, è contrapposta quella della « nudità » costruttiva degli edifici della modernità. Il progetto di Le Corbusier per il concorso internazionale del 1931 per un Palazzo dei Soviet a Mosca è esemplare in questo senso proprio per la critica della giuria che rimprovera a Le Corbusier di « avere fatto uno scheletro, privo di carne e di muscoli, piuttosto che un’architettura monumentale » 22 . Il progetto è così scartato per la sua proposta estetica degna più a una fabbrica che a un Palazzo dei Soviet , destinato ad accogliere un proposta fortemente simbolica in alternativa a quella del Palais de la Société des Nations di Ginevra 23 .

21 La parodia dell’evidente ostilità dei regimi totalitari al Movimento moderno è mostrata in particolare nella contrapposizione dei due Padiglioni tedesco e sovietico, arrivando entrambi ad adottare i principi dell’architettura neoclassica come stile ufficiale da fronteggiare attraverso il confronto dell’altezza, dell’iconografia scultorea e della magniloquenza. È evidente in questi anni il rifiuto dell’accademia e della modernità nel nome della perennità delle forme architettoniche ereditate dal mondo classico da adattare alle nuove condizioni. Nella ricerca del monumentalismo fascista, nazista o staliniano si assiste al rifiuto di una perdita dell’ aura specifica dell’oggetto estetico, come afferma Benjamin, attraverso il costante ricorso a una immagine mitica dell’architettura come simbolo del potere e richiamo alla tradizione artigianale svuotata dal suo contenuto. Proprio nell’epoca della riproducibilità tecnica proiettata verso il futuro, l’industrializzazione e l’artigianato, i binomi classicismo e vernacolare insieme a carattere nazionale e internazionale marcano il processo di trasformazione avviato dai regimi totalitari, distinguendosi dall’universalismo della modernità iconoclasta anche quando essa rivendica la scala monumentale. Fra i temi presenti nel programma dell’architettura totalitaria riconosciamo: l’eliminazione delle forme superflue accumulate dalla storia; la tabula rasa ; il colossale e il suo necessario isolamento dal contesto; se a questi aggiungiamo: il ritorno alla trabeazione classica di colonnati e frontoni; il rifiuto del cemento e dell’acciaio, considerati materiali meno nobili del granito e del travertino, si comprende il significato attribuito non soltanto ai materiali utilizzati per i nuovi edifici ma anche le trasformazioni dei grandi viali urbani a Roma (1932), Mosca (1935) e Berlino (1937).

22 La dimostrazione della potenza dei nuovi regimi accompagna le irreversibili modificazioni urbane, gli sventramenti di parte del tessuto storico, la costruzione di nuove architetture marmoree fuori scala che evocano la nostalgia dei monumenti funerari. La ricerca dell’architettura di Stato come rappresentazione del potere, mostra tuttavia delle importanti diversità nell’approccio e negli esiti per i regimi tedesco, italiano e sovietico. In Germania, il regime nazista manifesta, secondo Kenneth Frampton, una «schizofrenia stilistica» riscontrabile in particolare nell’architettura delle Officine Heinkel a Oranienburg del 1936-38. Tre sono le formule architettoniche adottate in maniera differente in funzione dell’uso e del conteso sociale sul quale sono applicate. La prima è quella dello «  Heimatstil  », lo stile architettonico basato su tradizioni locali destinato agli edifici per la formazione dei membri del Partito e alle abitazioni raggruppate in piccoli insediamenti «  Kleinsiedlungen » , in alternativa di quelli realizzati durante la Repubblica di Weimar. La seconda è quella del funzionalismo industriale destinato alla costruzione di nuove infrastrutture autostradali e officine. La terza è infine quella della monumentalità destinata agli edifici pubblici ispirati alla scuola prussiana di Gilly, Schinkel, von Klenze.

  • 24 Fondato nel 1922 da M. Sarfatti con altri sette artisti, va il merito principale di volere coniugar (...)
  • 25 Fondato nel 1926 da C.E. Rava, L. Figini, G. Frette, S. Larco, G. Pollini, G. Terragni, A. Libera, (...)
  • 26 DE SETA, Cesare, « La cultura e l’architettura fra le due guerre: continuità e discontinuità», in D (...)

23 In Italia, il regime fascista prova a moderare gli interessi divergenti di questi anni, guida un movimento di reazione per un « ritorno all’ordine» che si riflette sia nell’accademismo che nel rinnovato razionalismo italiano. L’ideologia fascista, meno costrittiva di quella tedesca, sostiene all’inizio alcuni indirizzi capaci di creare nella gente la coscienza di un nuovo ethos improntato da «uno spirito mediterraneo». In questo contesto, la contrapposizione fra il gruppo Novecento 24 e il Gruppo 7 25 consiste secondo Cesare De Seta ad identificare l’uno o l’altro gruppo come rappresentativi del regime. L’implicazione politica congiunta consente a Terragni e Pagano di definirsi «come autentici fascisti e conducevano la loro battaglia per una nuova architettura nello stesso nome del fascismo, nello stesso modo in cui i loro avversari difendevano nel nome del fascismo i sacri principi della tradizione italica» 26 . Una corrente di pensiero nasce con l’intesa tra Persico e Pagano alla direzione della rivista « La Casa bella » che consentirà ai giovani architetti di conoscere i vari movimenti contemporanei e di stabilire un dialogo tra il gruppo «Novecento» e il razionalismo, nella condivisione di alcune idee comuni. Bisognerà attendere la seconda metà degli anni 1930 per vedere riaffiorare il trionfo dell’accademismo e con esso la megalomania del regime che non si ritrovava nella raffinata ricerca formale dei giovani razionalisti italiani. Il grandioso progetto dell’Esposizione Universale di Roma (1937-42) tra la città e la costa tirrenica, elaborato per commemorare ed esaltare i venti anni trascorsi del regime fascista, segna una pausa definitiva. Pagano gode ancora della stima politica del regime e si associa nuovamente con Piacentini, ma il risultato conferma il peso crescente occupato dal neoclassicismo nella politica fascista, anche tra alcuni giovani architetti sensibili a questa pomposa retorica.

  • 27 KOPPE, Anatole, Città e rivoluzione. Architettura e urbanistica sovietiche degli anni venti , Milano (...)
  • 28 BEDARIDA, François, «Sur l’art totalitaire», in Vingtième siècle, Revue d’Histoire , 53, 1997, pp. 1 (...)

24 In Unione Sovietica, la condizione dell’architettura ricorda per molti aspetti quella della Germania e dell’Italia. Nel Paese simbolo della Rivoluzione, in cui il sistema politico non ostacola ma consente ogni sorta d’innovazione, si assiste a una proliferazione di esperienze formali che ricordano la ricerca innovativa del Futurismo italiano. La morte di Lenin nel 1924 segna una nuova linea culturale ufficiale nelle arti che si indirizza nella ripresa del realismo ottocentesco e sposta il dibattito culturale verso il conflitto politico e ideologico che conduce, in modo analogo a quando successo in Germania, al fallimento delle tendenze moderne e alla loro successiva esclusione dal servizio del potere. Il Movimento costruttivista , fondato dopo la Rivoluzione del 1917 da Vladimir Tatlin e da Aleksandr Michajlovič Rodčenko, al quale si associano gli architetti A. Ladovskij, El Lissitzky, i fratelli Vesnin, K.S. Mel ′ nikov, M.J. Ginzburg, I. Leonidov, è un focolaio di riflessione teorica di riferimento per tutta l’Europa, in particolare per le tipologie dell’abitare fondate sulla nozione di «condensatore sociale». Il progetto del Palazzo del lavoro dei fratelli Vesnin del 1923 a Mosca insieme al Padiglione sovietico di Melnikov per l’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali del 1925 a Parigi sono i capisaldi principali della strada già tracciata che dall’eclettismo prerivoluzionario conduce a un rinnovamento architettonico 27 . In questa data sembra che la rottura con l’accademismo sia già stata consumata e che abbia raggiunto il punto di non ritorno. Bisognerà attendere il 1930 per assistere al cambiamento del sistema politico, direttamente coinvolto nel dibattito culturale e sociale in corso, che mira a ridisegnare la struttura tradizionale della società e della città allontanando e tacciando come utopiche e poco realiste le proposte urbane e architettoniche elaborate fino ad allora. Il risultato del concorso internazionale per un Palazzo dei Soviet a Mosca nel 1931 è la conferma del trionfo degli accademici con il progetto di I. Zoltovski e B. Iofan, trasformato più tardi nel 1934 dallo stesso Iofan con V. Chtchouko e V. Gel’freikh. Questo progetto insieme al progetto di Iofan del Padiglione sovietico all’Esposizione di Parigi, non farà che accentuare la tendenza monumentale e classica che soddisfa l’estetica sostenuta dal realismo socialista del regime stalinista 28 . Il Padiglione sovietico è un enorme edificio verticale «piedistallo» sormontato dalla gigantesca statua, ideale simbolico dell’epoca sovietica, dell’« Operaio e la kolkhoznitsa » di Véra Muhina.

  • 29 MATARD-BONUCCI, Marie-Anne, MILZA, Pierre, L’homme nouveau entre dictatures et totalitarismes (1930 (...)
  • 30 COHEN, Jean-Louis, Les Années 30, l'architecture et les arts de l'espace entre industrie et nostalg (...)

25 L’Esposizione del 1937 riflette attraverso i tre Padiglioni sovietico, italiano e tedesco, la sottomissione dell’arte e dell’architettura agli obiettivi del potere totalitario: la «rigenerazione» per la Germania nazista; la «rinascita» per l’Italia fascista; la «nuova società» per l’Unione Sovietica comunista. In questo contesto, rimane esemplare il tentativo dell’estetica totalitaria di ottenere una grande influenza sulle masse attraverso le «cattedrali per l’uomo nuovo» 29 raffigurati a Parigi nei Padiglioni nazionali. L’osservazione di Jean-Louis Cohen sul ruolo pretestuoso delle Grandi Esposizioni nel mostrare gli isterismi architettonici, chiarisce la questione principale della legittimità della monumentalità evidenziando che « i regimi autoritari non sono i soli committenti dei monumenti classici, come lo dimostra la costruzione degli edifici sulla collina di Chaillot a Parigi, del Federal Triangle a Washington e dei grandi edifici pubblici britannici» 30 .

4. Conclusioni

  • 31 LAMBERT, Jacques, «Les sections étrangères», in L’Illustration , journal hebdomadaire universelle , 4 (...)
  • 32 «Le pavillon de la République espagnole a été inauguré hier», in L’Humanité , 14087, martedì 13 lugl (...)

26 La rappresentazione della «società delle nazioni» 31 all’ultima Esposizione di Parigi, impone con l’opera di Guernica di Pablo Picasso, nel Padiglione della Spagna repubblicana il ritorno all’attualità della guerra e la risposta alla viltà e all’atrocità del recente eccidio perpetrato in Spagna, sotto il comando tedesco, appena un mese prima dell’apertura dell’Esposizione. Il discorso inaugurale del Padiglione spagnolo del rappresentante Ossorio Y Gallardo, riportato nelle colonne del giornale L’Humanité testimonia la campagna portata avanti dal partito comunista in favore di una reazione antifascista che tuttavia non riesce a disarticolare il destino della lunghissima dittatura franchista: «questo Padiglione è una testimonianza della volontà della Spagna immortale di difendere i foyers dell’intelligenza con lo stesso ardore con la quale difende la sua terra» 32 .

33 RICHARD-MOUNET, Louis, «Dans les pavillons étrangers», in L’Illustration , 492814, agosto 1937.

34 L’Architecture d’Aujourd’hui , 8, agosto 1937, pp. 24-25.

27 L’Esposizione del 1937, evento mondiale che riflette l’incertezza e l’ambiguità del suo tempo, con il pretesto della pace invita i Paesi partecipanti ad ostentare il proprio potere attraverso i Padiglioni nazionali: la Germania afferma il nuovo potere , l’Italia afferma il potere imperiale , l’Unione Sovietica afferma la natura del suo potere faro dei popoli . La rappresentazione dei Paesi totalitari presenti all’Esposizione trova un suo consenso anche nella stampa internazionale che definisce la partecipazione di questi tre Paesi in modo assai preciso. Se il Padiglione tedesco impressiona per la sua dimostrazione di forza, l’aspetto architettonico non trova accordo unanime. Il Padiglione italiano, anche se tende a un’estetica di regime, seduce il vasto pubblico di visitatori e beneficerà del consenso di buona parte della stampa francese, ad eccezione del quotidiano comunista «L’Humanité». Il quotidiano Le Figaro e le riviste specializzate di architettura come «L’Illustration» e «L’Architecture d’Aujourd’hui» presentano il Padiglione di Piacentini come una testimonianza della modernità; nelle pagine de L’Illustration, Louis Richard-Mounet, presenta il Padiglione italiano «impregnato della nobile fierezza e delle imperiose discipline romane» 33 . Anche la rivista L ’Architecture d’Aujourd’hui testimonia l’interesse per l’estetica fascista nella descrizione di «impressione di grandezza e di forza» del Padiglione italiano, sottolineando gli aspetti della modernità architettonica dell’edificio 34 .

Fig. 6 – Padiglione italiano all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 di M. Piacentini, G. Pagano e C. Valle, visto dalla Senna, L’Illustration 1937.

Fig. 6 – Padiglione italiano all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 di M. Piacentini, G. Pagano e C. Valle, visto dalla Senna, L’Illustration 1937.

  • 35 VAILLANT COUTURIER, Paul, «Première journée: succès!», in L’Humanité , 14039, mercoledì 26 maggio 19 (...)

28 Quanto all’architettura monumentale e alla rappresentazione artistica del Padiglione sovietico, è il quotidiano del partito comunista francese «L’Humanité» a presentare l’edificio come l’emblema del successo pedagogico ed estetico dell’Esposizione parigina, attribuendo alla Nazione sovietica addirittura la capacità di una società perfetta 35 . Completamente opposta è invece la critica di Léon-Paul Fargue che, nella sua rubrica « un flâneur à l’Exposition » pubblicata sul quotidiano di destra Le Figaro , scredita l’estetica socialista e in particolare la coppia sovietica dell’ Operaio e la kolkhoznitsa. Di fronte alle dimostrazioni di ordine e disciplina provenienti da questi Padiglioni nazionali, la Francia nella sua ultima Esposizione Internazionale francese si presenta fiacca e testimone di una crisi morale in corso che annuncia il tragico epilogo dell’imminente Secondo conflitto mondiale.

Fig. 7. Vista notturna dalla Tour Eiffel dalla rivista «L’Illustration», 1937.

Fig. 7. Vista notturna dalla Tour Eiffel dalla rivista «L’Illustration», 1937.

1 UDOVICKI-SELB, Danilo, The elusive faces of modernity: the invention of the 1937 Paris Exhibition and the Temps Nouveaux Pavilion , Tesi Dottorale in Architettura, arte e studi ambientali, Massachusetts Institute of Technology, 1995, pp. 75-76.

3 Va ricordato che il padiglione spagnolo viene promosso dalla Seconda Repubblica, che vivrà durante la celebrazione dell'Esposizione i tragici avvenimenti della guerra civile, fino alla capitolazione e istaurazione della dittatura franchista nel 1939. Le vicende che portano alla costruzione di un Padiglione di siffatte caratteristiche, lontane dalle idee originali del Governo spagnolo sono analizzate in: CIMADOMO, Guido, LECARDANE, Renzo, «La arquitectura de los Pabellones expositivos: representación ideológica del régimen», in Las exposiciones de arquitectura y la arquitectura de las exposiciones. La arquitectura española y las exposiciones internacionales (1925-1975) , Pamplona, Universidad de Navarra, 2014, pp. 199-208.

4 UDOVICKI-SELB, Danilo, «Facing Hitler's Pavilion: The uses of modernity in the Soviet Pavilion at the 1937 Paris International Exhibition», in Journal of Contemporary History, 47, 1/2012, p. 25.

5 MILLER LANE, Barbara, «Architects in Power: Politics and Ideology in the Work of Ernst May and Albert Speer», in The Journal of Interdisciplinary History, 17, 1/1986, p. 297.

7 WEBSTEK, Robs, Germany versus Russia at the 1937 Paris Expo . URL: < http://www.robswebstek.com/2013/10/germany-versus-russia-at-1937-paris-expo.html > [consultato il 27 marzo 2014].

RÁBANOS FACI, Carmen, «Estética de la representación en los regímenes autoritarios (el marco escenográfico arquitectónico del nazismo, fascismo y franquismo: Albert Speer, Adalberto Libera y Pedro Muguruza)», in Emblemata, 12/2006, p. 279.

8 FISS, Karen, Grand Illusion. The Third Reich, the Paris Exposition, and the cultural seduction of France, Chicago, The University of Chicago Press, 2009, p. 55.

10 CAPANNA, Alessandra., Roma 1932. Mostra della Rivoluzione Fascista, Torino, Testo e Immagine, 2004, p. 10.

12 STONE, Marla, «Staging Fascism: the exhibition of the Fascist Revolution», in Journal of Contemporary History, 28, 1993, p. 227.

13 Per una storia dell'architettura di Stato durante la decada del 1930 confronta: CIUCCI, Giorgio, Gli architetti e il fascismo. Architettura e città 1922-1944, Torino, Einaudi, 2002.

16 SCHMIDT, Joseph, «Évènement Fasciste et spectacle mondial : Les jeux olympiques de Berlin en 1936», in ROBIN, Régine (dir.), Masses et culture de masse dans les années trente , Paris, les Éd. ouvrières, 1991.

17 BENJAMIN, Walter, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica , Torino, Einaudi, 1966, pp. 46-48.

19 LABBE, Edmond, Exposition internationale des arts et techniques dans la vie moderne. Paris 1937. Rapport général , t. I, Paris, Imprimerie nationale, 1939-1940, p. 240.

20 GIEDION, Sigfried , Architektur und Gemeinschaft. Tagebuch einer Entwicklung, Amburgo, Rowohlt, 1956 [trad. it. Breviario di Architettura , Milano, Garzanti, 1961, pp. 28-55].

21 Traduzione dell’autore, cfr.: «Le persone vogliono che gli edifici rappresentino la loro vita sociale e della comunità piuttosto che restituire la loro funzionale realizzazione. Vogliono inoltre che le loro aspirazioni alla monumentalità, all’orgoglio, alla gloria e all’esaltazione siano soddisfatte».

22 COHEN, Jean Louis, Le Corbusier et la mystique de l'U.R.S.S., Bruxelles, Mardaga, 1988, p. 228, lettera di N. Kolli a Le Corbusier.

23 L’edificio realizzato nel 1936 sotto la direzione dell’architetto Français Henri Nénot, Accademico Beaux-Arts , è il risultato del controverso concorso internazionale del 1927, a cui partecipò anche Le Corbusier.

24 Fondato nel 1922 da M. Sarfatti con altri sette artisti, va il merito principale di volere coniugare l'architettura e l'urbanistica nel recupero della monumentalità e della spazialità classica.

25 Fondato nel 1926 da C.E. Rava, L. Figini, G. Frette, S. Larco, G. Pollini, G. Terragni, A. Libera, alla ricerca di un nuovo modo di vedere l'architettura nella sua forma pura, essenziale nel rigetto dell'ornamento e della decorazione e capace di esprimere la funzione degli spazi.

26 DE SETA, Cesare, « La cultura e l’architettura fra le due guerre: continuità e discontinuità», in DANETTI, Silvia, PATETTA, Lucio (dir.), L' architettura in Italia (1919-1943), Milano, Clupguide , 1972, p. 17.

27 KOPPE, Anatole, Città e rivoluzione. Architettura e urbanistica sovietiche degli anni venti , Milano, Feltrinelli, 1987, p. 84.

28 BEDARIDA, François, «Sur l’art totalitaire», in Vingtième siècle, Revue d’Histoire , 53, 1997, pp. 159-162.

29 MATARD-BONUCCI, Marie-Anne, MILZA, Pierre, L’homme nouveau entre dictatures et totalitarismes (1930-1945), Parigi, Fayard, 2004.

30 COHEN, Jean-Louis, Les Années 30, l'architecture et les arts de l'espace entre industrie et nostalgie , Parigi, Éditions du patrimoine, 1997, p. 26.

31 LAMBERT, Jacques, «Les sections étrangères», in L’Illustration , journal hebdomadaire universelle , 4917/fuori serie, 1937.

32 «Le pavillon de la République espagnole a été inauguré hier», in L’Humanité , 14087, martedì 13 luglio 1937, p. 8.

35 VAILLANT COUTURIER, Paul, «Première journée: succès!», in L’Humanité , 14039, mercoledì 26 maggio 1937, p. 1.

Indice delle illustrazioni

Per citare questo articolo, notizia bibliografica digitale.

Guido Cimadomo e Renzo Lecardane , « Il potere dell'architettura. L’ideologia di regime all’Esposizione Internazionale di Parigi 1937 » ,  Diacronie [Online], N° 18, 2 | 2014, documento 14, online dal 01 juin 2014 , consultato il 02 juin 2024 . URL : http://journals.openedition.org/diacronie/1508; DOI : https://doi.org/10.4000/diacronie.1508

Guido Cimadomo

Architetto laureato al Politecnico di Milano e dottore di ricerca all’Università di Siviglia. È Profesor Asociado alla Facoltà di Architettura dell’Università di Malaga, dove insegna Storia dell’Architettura; coordinatore accademico per la mobilità internazionale, expert member del comitato scientifico CIPA per la documentazione del patrimonio culturale, sotto l’egida di ICOMOS, e membro attivo del Forum Unesco Università e Patrimonio.

Renzo Lecardane

Architetto e dottore di ricerca all’Università di Palermo e all’Ecole Nationale des Ponts et Chaussées (ENPC-Paris). È Professore Associato di «Composizione architettonica e urbana» presso la Scuola Politecnica dell’Università di Palermo. Membro del Dipartimento di Architettura (d’ARCH-UNIPA) e del Laboratoire Infrastructure Architecture et Territoire (ENSA Paris-Malaquais), dal 2009 è componente del Collegio del Dottorato di Ricerca in «Recupero e fruizione dei contesti antichi».

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Tour Eiffel compie 130 anni: Francia divisa sui costi per la manutenzione straordinaria

Tour Eiffel compie 130 anni: Francia divisa sui costi per la manutenzione straordinaria

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I misteri di Parigi: Mistero alla Tour Eiffel

Mystère à la tour eiffel.

  • Francia , 2017
  • Genere: Giallo

esposizione universale tour eiffel

Regia di Léa Fazer

Con Marie Denarnaud, Aïssa Maïga, Grégori Dérangère, Bruno Debrandt, Quentin Baillot, Grégoire Bonnet, Camille Japy, Gunther Love... Vedi cast completo

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A Parigi, nel 1889, in concomitanza dell'apertura della Torre Eiffel durante l'Esposizione Universale, tre ingegneri, collaboratori del famoso Gustave Eiffel, vengono uccisi in circostanze a dir poco strane. Figlia di uno di loro e divorziata da poco, Louise Massart sconvolge la buona società con il suo desiderio di libertà e si ritrova ingiustamente accusata dell'omicidio di suo padre e arrestata dall'ispettore Séraphin Roussin. Internata alla Salpêtrière, Louise scopre grazie all'ipnosi che la chiave di tutto ha origine all'interno sua famiglia.

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